Roma, 25 novembre 2020 – In attesa che arrivi un nuovo Dpcm a chiarire come trascorreremo le vacanze di Natale, c’è un’altra notizia che ‘agita’ la comunità scientifica ed è il numero delle morti classificate come Covid e una loro eventuale sovrastima. L’agenzia di stampa Dire ha cercato di fare un po’ di chiarezza con l’aiuto del prof. Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-medico di Roma.
Astrazeneca ha diffuso i dati sul candidato vaccino che dopo la somministrazione della seconda dose risulterebbe efficace al 90%. Come scienziato come accoglie questa notizia? E come tranquillizzare l’opinione pubblica che non è avvezza alla lettura di questi dati anche alla luce delle recenti dichiarazioni di un suo collega?
“Accolgo la notizia con fiducia e gioia perché è un’arma in più da usare per combattere il virus e questa pandemia. I dati sono stati già pubblicati sulla rivista Lancet alcuni giorni fa e sono abbastanza confortanti così come quelli relativi ai vaccini a cui lavorano Pfizer e Moderna. Sono tutti e tre vaccini abbastanza incoraggianti e quello che mi fa essere positivo è che almeno per 6 mesi sappiamo che c’è un titolo anticorpale che ci può proteggere e che corrisponde in pratica ai 6 mesi della durata dei vari trial”.
“Naturalmente tutto questo processo è condizionato dall’agenzia regolatrice europea (Ema), per quanto riguarda il vaccino di Astrazeneca e dall’Fda per gli altri due. Dunque Ema, Fda e Aifa, in particolare per l’Italia, una volta che hanno validato questi dati ci rendono tranquilli anche sugli effetti collaterali che questi vaccini possono dare. Le company dicono che non siano così importanti ma che basta un controllo con tachipirina per poter essere gestiti”.
“Per ciò che concerne le dichiarazioni di altri scienziati che non si sarebbero sottoposti per primi al vaccino credo che possano esser state travisate perché date sulla base di comunicati e non avvalorate da pubblicazioni di dati scientifici. Sono sicuro che quelle stesse persone, sulla base delle nuove informazioni, si ricrederanno. Io di sicuro farò il vaccino, poi vediamo quello che succede”.
Il vaccino contro il Covid-19 ci restituirà di colpo tutte le libertà o certe regole dovranno comunque essere osservate?
“I primi tempi le regole dovranno essere osservate. Teniamo conto che vaccinare una popolazione intera richiede un costo di tempo e personale. Per cui nel primo periodo dobbiamo continuare a utilizzare le mascherine, attuare il distanziamento sociale, lavaggio corretto delle mani questo almeno sino a quando non osserviamo che il virus si sta comportando come un Coronavirus tipico umano cioè come il raffreddore stagionale o magari il Covid-19 va via. Io la speranza non l’ho mai persa, anche se credo piuttosto che diventerà un nostro compagno di viaggio che non ci farà male più di tanto. Ma sicuramente per un po’ dovremo continuare ad andare avanti così”.
Il Natale è alle porte, non sappiamo ancora quali saranno le nuovi disposizioni contenute nel prossimo Dpcm… Ma quanto sobrie dovranno essere queste feste per evitare la terza ondata? C’è il pericolo, un po’ come questa estate, che le ragioni economiche vinceranno su quelle della tutela della salute?
“Spero di no, la salute prima di tutto. L’economia inoltre si fonda sulla salute, se noi stiamo male e la gente muore l’economia crolla comunque. Per questo cerchiamo di trascorrere un Natale diverso, sobrio e in famiglia. Sì agli auguri agli amici, ma con modalità nuove, come ad esempio attraverso le videochiamate oppure optare per saluti all’aria aperta, e non in casa, indossando correttamente la mascherina e a distanza. Non bisogna cadere nell’errore che è stato compiuto a Ferragosto, per carità. Cenoni, balli e feste vanno evitate, non è possibile per quest’anno. Stiamo per vincere questa battaglia, ma non dobbiamo proprio ora abbassare la guardia”.
Veniamo a un altro tipo di dati… È circolata la notizia che molte morti, ad esempio per infarto di un soggetto risultato positivo al tampone, siano state conteggiate come decessi esclusivamente per Covid. È così? E come dovrebbe essere classificato un caso del genere? Pensa che i dati siano stati sovrastimati rispetto agli altri Paesi?
“Queste sono le notizie che stanno circolando negli ultimi due giorni. Spero non sia così perché in caso contrario questo vorrebbe dire che il sistema di rilevamento non ha retto o comunque presenta una falla. Io non mi spiego molte morti, voglio dire che a me sembrano un po’ troppe rispetto a quelle che io potevo prevedere dal punto di vista epidemiologico, sebbene il numero di infetti cresca. In ogni caso il tasso di letalità non è così estremamente elevato”.
“Sappiamo che il Covid-19 è una malattia molto contagiosa ma poco letale, da quello che io ho sempre osservato e detto sulla base degli studi compiuti, per questo il fenomeno mi ha dato un po’ da pensare. Spero non ci siano falle in tal senso. È chiaro che se una persona muore per un problema cardiocircolatorio, anche se è tampone positivo all’ingresso in Pronto Soccorso la causa di morte è comunque imputata all’infarto e non all’infezione da Covid. Quindi la morte andrebbe classificata per malattia coronarica e non potrei classificarlo in altro modo. In caso contrario c’è una sovrastima, ma spero di no perché altrimenti questo rileverebbe una falla importante”.
C’è qualche suo progetto in corso che ci può anticipare?
“Sì, stiamo finendo di scrivere un lavoro interessante e corale. Abbiamo arruolato altri gruppi internazionali, due americani, uno brasiliano e uno di Oxford, e stiamo studiando dal punto di vista epidemiologico, molecolare quindi evoluzionistico e statistico tutta la pandemia che si è diffusa in Italia da gennaio scorso ad oggi. Un lavoro grande con dei dati esclusivi, ma ne parleremo quando sarà validato scientificamente da una commissione così come sapete sono solito fare, cioè quando viene ‘accettato’, altrimenti si tratta di una opinione”.
(fonte: Agenzia Dire)