Roma, 14 settembre 2018 – Gli eventi naturali estremi, come terremoti, eruzioni vulcaniche, eccessi climatici hanno un impatto sempre più drammatico sulla vita delle persone, sulle economie dei territori e sul nostro straordinario patrimonio culturale.
L’Italia ha significativi livelli di pericolosità da eventi potenzialmente calamitosi, ma la dimensione e la gravità delle perdite dipende dalla vulnerabilità del territorio abitato: edilizia non sismo-resistente, edificazioni incontrollate alle pendici di vulcani, cementificazione degli alvei fluviali ecc.Molte perdite sono dovute alla carenza di conoscenza dei rischi e della prevenzione.
Il convegno “Terremoti Vulcani e Nuvole: dalla vulnerabilità dimenticata alla cultura della sicurezza”, che si terrà dal 17 al 19 settembre a Ischia, si propone di dare una risposta efficace a futuri eventi calamitosi, sia in termini di prevenzione sia di educazione a una nuova cultura dei rischi e quindi della sicurezza.
“Colmare questa carenza di conoscenza, non solo con la memoria degli eventi naturali calamitosi, che storicamente hanno interessato l’isola, ma anche attraverso lo studio e il dibattito sulle più attuali misure di prevenzione e protezione dai rischi di eventi estremi – afferma Graziano Ferrari co-organizzatore dell’iniziativa e Dirigente di ricerca INGV – è il primo passo da fare”.
Il 17 settembre, giornata di apertura del convegno, organizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia (INGV), sarà interamente dedicata alla vulnerabilità dimenticata, attraverso gli eventi naturali estremi che hanno interessato l’Isola e la storia della scienza in risposta a essi.
Interverranno esperti della storia sismica, vulcanica e meteorologica dell’Italia e in particolare dell’Isola d’Ischia. Tra questi, il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano INGV, Francesca Bianco, il Presidente del CREA, Salvatore Parlato e amministratori locali e regionali.
Il 18 settembre sarà la volta della cultura della sicurezza: le risposte della scienza di oggi, le questioni aperte e le sfide per la scienza di domani. Le tematiche affrontate saranno la geologia, la sismologia, la vulcanologia e l’ingegneria sismica. Con l’occasione saranno presentati anche i principali prodotti scientifici orientati alla stima della pericolosità, realizzati dal mondo scientifico e sostenuti dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC).
Verso una società più resiliente sarà il tema dell’ultima giornata, il 19 settembre, dedicata alla società, alla resilienza del territorio, alle persone. In particolare, il rapporto fra scienza, istituzioni e società per una comunità più sicura e più resiliente.
Una tavola rotonda tra i rappresentanti del mondo scientifico, giornalisti, amministratori locali, rappresentanti della Protezione Civile Nazionale, regionale e locale, oltre a studiosi che si sono storicamente occupati della geologia e della geodinamica dell’Isola. Ad aprire questa sessione, il Presidente INGV Carlo Doglioni.
“Il 19 settembre ricorrerà il novantesimo anniversario dalla morte di Giulio Grablovitz – aggiunge Ferrari – eclettico scienziato che a cavallo fra Ottocento e Novecento progettò e diresse gli osservatori geodinamici e meteorologici di Casamicciola e Ischia Porto e dove condusse esperienze scientifiche fra le più innovative del suo tempo. Esperienze che portarono gli osservatori all’attenzione dei più importanti sismologi dell’epoca”.
A lui sarà dedicato l’evento conclusivo. Paolo Capuano, pronipote di Grablovitz, insieme a Ferrari, racconteranno pezzi di vita scientifica e personale, oltre a qualche aneddoto, di questo grande scienziato e uomo.