Il presidente Claudio Cricelli: “Il sistema è un continuum e il riassetto deve essere globale. Il rischio è il collasso per i costi troppo elevati dell’assistenza specialistica. Possiamo vincere la sfida della tutela della salute degli italiani grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce e all’immediata presa in carico dei cittadini”. Il Congresso della Società Italiana di Medicina Generale si terrà a Firenze dal 30 novembre al 2 dicembre
Firenze, 8 novembre 2017 – “Gli ospedali italiani oggi sono sovraccarichi di funzioni improprie. La medicina generale è l’unica ancora di salvataggio del servizio sanitario nazionale che altrimenti rischierebbe di collassare per gli elevati costi delle cure specialistiche. Chiediamo un cambio totale di paradigma nella distribuzione delle risorse. Vanno rotti i cosiddetti ‘silos economici’ che determinano l’allocazione dei fondi solo in base al valore economico dei singoli comparti. Va cioè ribaltata la logica degli investimenti, rinforzando gli interventi sulla salute e sulla malattia a media e bassa intensità di cura. Il sistema sanitario è un continuum e il riassetto deve essere globale”.
Al 34° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), che si svolgerà a Firenze dal 30 novembre al 2 dicembre, uno dei temi centrali è rappresentato proprio dagli strumenti in grado di salvare il servizio sanitario.
“Esiste una zona grigia, una terra di nessuno, che non è coperta da nessun investimento: è quella che si colloca fra l’ospedale e il territorio – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente nazionale SIMG – È necessario agire in questa zona: solo così possiamo vincere la scommessa della tutela della salute degli italiani grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce e all’immediata presa in carico dei cittadini. Ogni volta che una condizione potenzialmente critica diventa malattia e costringe il cittadino a rivolgersi a una struttura specialistica, abbiamo perso la ‘scommessa’ perché i costi della patologia raddoppiano o addirittura triplicano. Questa è la vera causa che rischia di portare al collasso l’intero sistema”.
La medicina generale si muove verso il concetto di qualità della prestazione e misurabilità dei risultati. “Se aumentiamo l’efficienza e l’efficacia dei nostri interventi, spostiamo in alto il livello di presa in carico dei pazienti migliorando anche l’efficienza degli ospedali – continua il dott. Cricelli – È un fenomeno solo apparentemente paradossale, perché in questo modo liberiamo le cure specialistiche da incombenze inappropriate di cui sono state sovraccaricate negli ultimi anni. In realtà gli ospedali dovrebbero occuparsi solo della fase acuta di malattia e dell’alta intensità di cura. Il mantenimento della salute e del benessere dei cittadini, grazie anche alla prevenzione, e la media e bassa intensità di cura sono invece compito della medicina generale”.
“Non possiamo però continuare a subire limitazioni nella prescrivibilità dei farmaci innovativi perché abbiamo dimostrato che l’uso corretto delle terapie determina una diminuzione della spesa in altri settori – sottolinea il dott. Cricelli – Altrimenti rischiamo che aumenti il numero dei malati gravi, con costi che vanno anche da un minimo di 5 a 30 volte di più per singola patologia. È assurdo che vi siano ancora ostacoli alla prescrivibilità dei farmaci innovativi soprattutto per le patologie croniche che sono diventate il banco di prova della sostenibilità del sistema sanitario”.
Al Congresso nazionale SIMG saranno più di 3.000 i partecipanti. Saranno approfondite le principali patologie che colpiscono milioni di cittadini come ipertensione, diabete, osteoporosi e depressione.
“Alcune sessioni del Congresso saranno dedicate alle tecniche di base che devono far parte del patrimonio di ogni medico di medicina generale – conclude il dott. Cricelli – Molti si attribuiscono il titolo di custodi dell’assistenza primaria, in realtà quest’ultimo è un concetto superato. Noi siamo clinici interdisciplinari delle cure primarie. L’assistenza primaria è un ‘affare’ burocratico che appartiene al passato, frutto di una visione di tipo territoriale gerarchicamente eterodiretta. Siamo a favore di una sanità pubblica in cui le scelte siano dominate dai concetti di efficienza, economicità e misurabilità dei risultati”.