Arezzo, 9 novembre 2016 – In tutta Italia venerdì 11 novembre si celebra la giornata nazionale delle Cure palliative, che, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, si occupano dell’assistenza ai malati terminali, che non rispondono più ad alcuna terapia.
L’obiettivo principale, infatti, è dare senso e dignità alla vita del malato fino alla fine, alleviandone il dolore e intervenendo anche con aiuti non specificamente medici, ma che sono altrettanto necessari, come il supporto psicologico o spirituale. Attraverso un lavoro di equipe, in cui intervengono più professionisti e personale altamente specializzato, le cure palliative mirano a produrre effetti fisici, emozionali, sociali per migliorare il benessere e la dignità della persona, assistendo il malato e la sua famiglia.
Oggi, grazie anche a una legge fortemente innovativa (la 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), viene assicurata l’equità di accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore a tutti coloro che ne hanno la necessità, dando così un’adeguata risposta al bisogno di salute, attraverso la qualità e l’appropriatezza delle cure, nonché con il sostegno sanitario e socio-assistenziale.
Rappresentano, quindi, la risposta più efficace alle esigenze dei malati terminali, che trovano la necessaria assistenza sia al proprio domicilio, che negli hospice, le strutture specialistiche di ricovero nelle quali vengono temporaneamente o stabilmente accolti i pazienti che si avvalgono delle cure palliative.
Nella Asl Toscana sud est, sono presenti 7 hospice, due nella provincia di Arezzo: uno in Valdarno con 3 posti letto e uno a Foiano della Chiana con 2 posti letto. L’accesso avviene attraverso la richiesta del medico di famiglia o di un reparto ospedaliero, oppure direttamente dall’unità di Cure palliative (ha la sua sede ad Arezzo, ma opera in tutto il territorio provinciale) che prende in carico il paziente, previa valutazione dell’equipe palliativista.
Nella giornata dell’11 novembre, un’iniziativa dei medici che si può definire più unica che rara. Infatti sono gli operatori stessi che consapevoli di alcune difficoltà hanno deciso di confrontarsi e mettersi in discussione attraverso la medicina narrativa. Lo scopo è quello di raccontare le proprie difficoltà incontrate nel lavoro e visualizzare i punti deboli di ognuno così da poterli potenziare e farli diventare punti di forza. Questo lavoro porterà non solo a vivere migliori rapporti nel luogo di lavoro, ma anche a dare il massimo ai pazienti in termini di qualità della relazione. Un progetto che proprio per la sue caratteristiche sarà seguito da uno psicologo della Asl che ne raccoglierà i risultati.
Lo stesso giorno l’Unità funzionale Cure palliative incontrerà le associazioni del territorio coinvolte a qualsiasi livello per fare il punto sulla situazione con uno sguardo alle prospettive future, sarà l’occasione per i cittadini che vogliono partecipare di ricevere informazioni su accessi e percorsi. L’incontro sarà nella Stanza 1 presso l’ospedale San Donato dalle ore 12.00.
fonte: ufficio stampa