Roma, 28 settembre 2018 – Chi l’ha detto che il dentista fa paura? Con il ricorso alla sedazione cosciente le sedute odontoiatriche dei pazienti non collaboranti si concludono con successo in circa il 90 per cento dei casi. Lo conferma un recente studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista Biomed Research International.
L’utilizzo di questa tecnica è molto aumentato nel corso degli ultimi anni: le sedute di sedazione cosciente al Bambino Gesù sono passate dalle 400 del 2013 a 1.800 circa nel 2018, con grande soddisfazione delle famiglie e soprattutto dei bambini che vivono l’esperienza del dentista con maggiore serenità e tranquillità.
L’Ospedale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per promuovere tra le famiglie, i pediatri e le scuole la conoscenza di questa opportunità, dal titolo: “Sorridere prego, chi l’ha detto che il dentista fa paura”. La campagna sulla sedazione cosciente sarà presentata al Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sedazionisti Odontoiatri (Aisod) il prossimo 29 settembre all’Auditorium della sede del Bambino Gesù di San Paolo (Viale Ferdinando Baldelli, 38 – Roma).
Come funziona la sedazione cosciente. Nel corso della seduta, in tutto un’ora circa, al paziente viene fatta indossare un’apposita mascherina con cui respirare una miscela di ossigeno e protossido d’azoto. In questo modo rimane sempre cosciente e non perde né i riflessi né le capacità decisionali. Durante le cure odontoiatriche, potrà avvertire anche una sensazione di benessere, caratterizzata da estrema rilassatezza e tranquillità.
È una tecnica particolarmente sicura, in quanto la miscela inalata non è tossica e viene eliminata rapidamente dalla respirazione. Gli effetti collaterali sono rari e gli eventuali rischi vengono valutati dal dentista prima della procedura.
La sedazione cosciente ha un effetto immediato, bastano circa 3 minuti, può essere impiegata già nei bambini molto piccoli, a cominciare dai 4 anni di età, nei pazienti con disabilità e negli adulti ansiofobici.
Nei casi di alta complessità il trattamento viene effettuato nel reparto di Odontostomatologia del Bambino Gesù di Palidoro, mentre quelli di bassa complessità, come ad esempio la cura di una carie in un paziente sano, sono affrontati nell’ambulatorio della sede di San Paolo Fuori Le Mura (Viale Ferdinando Baldelli, 41 – Roma).
Il servizio è prenotabile attraverso il Centro Unico Prenotazioni del Bambino Gesù (06 68.181) presentando l’impegnativa del pediatra per ‘Prima Visita Odontoiatrica’. La valutazione della necessità di effettuare le cure in sedazione cosciente avviene al termine di questa visita e il medico dentista si occuperà delle successive prenotazioni all’interno dell’Unità di Odontostomatologia.
Questa tecnica rende meno traumatico il percorso del bambino nelle sedute odontoiatriche. Genitori e pazienti esprimono soddisfazione anche attraverso appositi questionari, che vengono fatti compilare dal personale sanitario dell’Ospedale al termine di ogni seduta.
“Alleviare il dolore nei piccoli pazienti non è solo un dovere degli Ospedali pediatrici, ma un diritto di tutti i bambini. Più ricordi positivi avranno dopo l’esperienza della seduta e tanto più facile sarà trattarli in seguito – dichiara Angela Galeotti, responsabile di Odontostomatologia del Bambino Gesù – In quest’ottica la sedazione cosciente rappresenta spesso una valida alternativa all’anestesia generale. Il progetto ci sta dando risultati molto importanti e sempre più famiglie ne fanno richiesta”.
All’interno dell’Ospedale già dal 2010 è stato istituito il Comitato Ospedale Senza Dolore, composto da medici, infermieri e associazioni di familiari dei pazienti. Il compito è quello di studiare e mettere in atto tutte le iniziative per prevenire, alleviare e monitorare il dolore fisico ed emozionale nei bambini: sia durante il ricovero che dopo le dimissioni.
Il progetto comprende la sedazione cosciente in Odontostomatologia e, tra gli altri, l’impiego della Scala VAS per misurare e gestire il dolore nei bambini, il ‘Prelievo con un sorriso’, la Ludotac e l’utilizzo di un’app per la valutazione del dolore.