Milano, 15 gennaio 2018 – Si terrà a Milano il 26 gennaio prossimo presso il Palazzo Lombardia, Auditorium G. Testori, il congresso dal titolo “La cronicità dall’ospedale al territorio, una realtà in evoluzione” organizzato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO).
Si parlerà di cronicità e di malattie respiratorie. Altri temi al centro del dibattito e del confronto saranno la gestione del paziente cronico con comorbidità dalla fase acuta a quella sub acuta, l’aderenza terapeutica nell’anziano e la gestione della cronicità da parte del medico di medicina generale, nonché del ruolo delle Associazioni dei pazienti, organizzazioni indispensabili nell’incoraggiare politiche sanitarie mirate da parte di tutti i protagonisti.
I responsabili scientifici dell’evento sono Sandro Amaducci della Casa di Cura Columbus, Milano; Gian Galeazzo Riario Sforza ASST Nord Milano- P. O. Città di Sesto San Giovanni (MI) e Gian Franco Tassi Commissario Sezione Regionale AIPO Lombardia, Brescia.
L’evento milanese rappresenta una preziosa occasione di confronto fra la comunità medica lombarda e le istituzioni che saranno rappresentate da Giulio Gallera, Assessore al Welfare e alla Sanità della Regione Lombardia.
Il 26 Gennaio verrà infatti presentato un nuovo modello di presa in carico dei 3,5 milioni di pazienti lombardi affetti da patologie croniche. Una svolta importante che prevede una stratificazione della domanda di salute dei pazienti in cinque livelli a seconda del grado di complessità.
È infatti sempre più stringente la necessità di sinergia fra cure primarie e cure ospedaliere. Nell’ultimo mese abbiamo assistito allo stato di crisi in cui versano i reparti di rianimazione dei principali ospedali lombardi che si sono trovati a fronteggiare le complicanze, soprattutto polmoniti, dell’influenza in corso.
Tra le malattie croniche che colpiscono il paziente anziano ci sono spesso le malattie respiratorie che rappresentano in Europa la terza causa di morte dopo patologie cardiovascolari e tumori e che si prevede saranno la quarta causa di morte nel 2030 a livello globale.