Roma, 9 maggio 2018 – L’espressione ‘crimine farmaceutico’ è stata ideata per indicare – con una intenzione di forte impatto – la presenza in commercio di farmaci contraffatti, falsificati e substandard. Questo fenomeno ha oggi raggiunto livelli allarmanti, ma difficilmente quantificabili con precisione e comunque significativamente diversificati a seconda delle aree economiche di appartenenza dei vari Paesi del mondo, anche se si stima che circa la metà del mercato farmaceutico globale ne è comunque toccato.
Questo è lo scenario di riferimento dei temi che saranno dibattuti domani, giovedì 10 maggio nel convegno “Crimine Farmaceutico: identificazione, contrasto ed eliminazione”, promosso dall’Istituto di Farmacologia dell’Università Cattolica, presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli – IRCCS (Aula Brasca, inizio lavori ore 9.00).
Il convegno, presieduto dal prof. Pierluigi Navarra, ordinario di Farmacologia all’Università Cattolica di Roma e direttore della UOC di Farmacologia del Policlinico A. Gemelli, co-presidente Sergio Caroli, consigliere SIMeF, è promosso in collaborazione con Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Società Italiana Medicina Farmaceutica (SIMeF) e Società Italiana di Farmacologia (SIF).
Due aspetti del crimine farmaceutico sono particolarmente rilevanti. Il primo riguarda soprattutto i Paesi industrializzati dove in misura significativa si manifestano esigenze legate agli stili di vita. Il secondo concerne maggiormente i Paesi con economie in transizione per i quali la lotta contro le malattie infettive costituisce uno dei principali problemi sanitari.
Ne consegue che sia i farmaci salvavita che i medicinali connessi con lo stile di vita, destinati perciò più a migliorare la qualità della vita che a curare una malattia, risultano essere particolarmente lucrativi per il commercio illegale.
“Il crimine farmaceutico può mettere in pericolo la salute umana in molti modi diversi e interdipendenti – considera il prof. Navarra – per esempio, causando danno ai pazienti, impedendo un’azione terapeutica verso le patologie per le quali i farmaci sono assunti, sminuendo la fiducia del consumatore nei medicinali, nel personale medico e nel sistema sanitario in vigore e prendendo di mira sia farmaci di larghissimo consumo che quelli particolarmente costosi”.
“Obiettivo del convegno – conclude Navarra – è fare il punto sulla attuale dimensione del fenomeno, sulla effettiva percezione da parte del consumatore dei rischi che ne conseguono per la salute e delle reali possibilità di contrastarlo”.