A cura del prof. Gian Luigi Marseglia, Professore Ordinario di Pediatria, Direttore Clinica Pediatrica e Scuola di Specializzazione in Pediatria Università degli Studi di Pavia
Pavia, 15 novembre 2022 – Il forzato (e giusto) isolamento nelle case dovuto alla pandemia ha avuto delle conseguenze. È stata la lezione del Covid. Essendo costretti ad avere meno contatti con i coetanei, tra i bambini e gli adolescenti si sono registrate molte problematiche di tipo psicologico, documentate da numerosi studi internazionali. Questo è un aspetto negativo.
Dal punto di vista strettamente fisico, un problema lasciato in eredità dal Covid è il contestuale aumento di sovrappeso e obesità. Dati internazionali hanno definito questa situazione la seconda pandemia. Isolamento, scarsa attività fisica, restare molte ore in casa attaccati al computer, avere sempre il frigo a portata di mano, tutto ciò ha portato nei giovani un aumento eccessivo del peso.
Secondo i più recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicati nel Rapporto Obesità 2022, emerge che il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) risulti affetto da sovrappeso od obesità, proprio in considerazione del maggior consumo di comfort food e dello stile di vita sedentario durante il periodo di lockdown.
Questo problema rimarrà nel corso degli anni. Quando si è acquisito il sovrappeso, bisogna fare di tutto per perderlo. Sovrappeso e obesità comportano l’insorgenza di una serie di problematiche che si rifletteranno in età adulta con diabete, ipertensione e tanti problemi che saranno destinati a rimanere in età adulta.
Un’altra problematica lasciata dalla pandemia, ancora poco conosciuta, è il Long Covid. Ci sono molte evidenze che dimostrano che, alla lunga, il Covid possa avere determinato alterazioni fisiche a carico di diversi organi. Questa condizione viene riunita sotto il termine di Long Covid. Questa patologia è legata a disturbi dell’attenzione, tosse persistente, dolori muscolari e osteoarticolari. Tali condizioni sono state confermate, in indagini neurologiche, da risonanze magnetiche hanno dimostrato l’esistenza di vere e proprie microlesioni.
Noi dobbiamo fare tesoro di quello che abbiamo vissuto e cogliere gli aspetti positivi di questa esperienza. Mi riferisco alla sensibilizzazione della popolazione a un certo rigore nella prevenzione delle malattie infettive. Penso al lavaggio delle mani, all’evitare aggregazioni in periodi più a rischio di infezione come l’autunno-inverno, all’utilizzo di vaccinazioni profilattiche non solo per il Covid, ma anche per esempio contro l’influenza. Questi comportamenti sono insegnamenti costruttivi.
Dobbiamo però guardare anche agli aspetti più negativi che il Covid ci ha lasciato. Come alle tante morti che si sono viste nella prima fase, specie nella popolazione anziana. Nell’ambito pediatrico (0-18 anni) abbiamo conosciuto una nuova malattia, assente fino ad oggi nei libri di medicina. I nuovi libri di testo hanno dovuto inserire questa patologia. Oggi conosciamo i suoi aspetti clinici, e riteniamo di essere in grado di poterla controllare. Questa lezione del Covid va appresa, conservata e memorizzata.