Roma, 26 aprile 2021 – Sono 550mila gli operatori sanitari stremati da 14 mesi di emergenza Covid in attesa del rinnovo contrattuale, ma nessuno ha ancora convocato i sindacati per l’avvio delle trattative per il comparto sanità. E la Fials protesta: “C’è amarezza”, scrive il segretario generale Giuseppe Carbone in una lettera al ministro della PA Renato Brunetta. Occorre riservare alla sanità “un ruolo ‘privilegiato’ sulla tempistica del negoziato con l’Aran ed il Comitato di settore Regioni Sanità” per “concludere la trattativa prima dell’estate, come segnale di attenzione” verso il personale del SSN che sta reggendo “l’impatto dello tsunami riversatosi negli ospedali e nei servizi territoriali durante la pandemia”.
Se da un lato il sindacato ritiene apprezzabili l’apertura delle trattative delle Funzioni centrali fissato per il 29 aprile in Aran e le dichiarazioni del ministro sul contestuale “avvio immediato e simultaneo” anche del comparto sanità. Dall’altro, rileva che “così non sta avvenendo e questo sta provocando forti reazioni” di malcontento tra tutti gli operatori. “Non è possibile perseverare – attacca la Fials – con la prassi della definizione dell’intesa contrattuale per il personale delle Funzioni centrali e per ultimo quello del comparto sanità imponendo nelle parti normative, giuridiche ed anche economiche quanto definito negli altri comparti pubblici”.
“Questa volta non ci stiamo, ben consapevoli delle enormi attese – sottolinea Carbone – di tutti gli operatori e professionisti sanitari”. L’immediata apertura del rinnovo contrattuale “deve essere la leva indispensabile per gestire le risorse umane e attuare politiche che puntino alla qualità e al miglioramento dei servizi e alla valorizzazione” del personale. Se è vero che la stagione dei tagli lineari alla sanità è stata chiusa in via definitiva, e se è altrettanto vero che il Recovery Plan apre agli investimenti per portare avanti le riforme e rendere “il nostro SSN più forte per affrontare le sfide del domani: il merito prevalente – ribadisce – va riconosciuto agli operatori sanitari”.
E’ giunta l’ora di “un rinnovo contrattuale che riconosca la professionalità di tutti i dipendenti del comparto sanità” che intercetti “competenze e relativi sviluppi di carriera in linea con gli altri paesi europei”. La Fials condivide il Patto per l’innovazione nella Pubblica Amministrazione e coesione sociale, proprio per quanto riguarda la revisione, dopo oltre 20 anni, del sistema di ordinamento professionale e la progressione di carriera. Si tratta di allargare lo sguardo ad un sistema più evoluto, in grado di “rispondere a vecchi e nuovi bisogni assistenziali della popolazione, assicurando di converso ai dipendenti e professionisti della salute nuove opportunità di crescita e valorizzazione professionale”.
Non ultima, la possibilità di effettuare “attività libero professionale intramoenia per le stesse professioni sanitarie e sociali, con l’estensione della relativa indennità di esclusività” al pari della dirigenza, non sussistendo più motivi di distinzione di ordine professionale normativo e giuridico. “Urge dare certezze e, ovviamente, risorse adeguate ai rinnovi contrattuali e non occasionali gratifiche come avvenuto in legge di bilancio 2021 per le professioni sanitarie e sociali. Subito un cambio di passo – conclude il segretario generale Fials – con l’invio all’Aran da parte del presidente del Comitato di settore Regioni Sanità, Carlo Caparini, dell’atto di indirizzo per l’apertura del negoziato del Ccnl 2019-2021”.