83° Instant Report ALTEMS, il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma
Roma, 3 febbraio 2022 – In diminuzione la pressione dei contagi su ospedali e sanità territoriale: l’indicatore ALTEMS che – valutando diversi parametri tra cui il numero dei nuovi contagiati e la percentuale di vaccinati – misura sinteticamente lo stress subito dai sistemi sanitari, mostra dati in miglioramento in tutte le Regioni, segnando questa settimana un valore medio nazionale di 7,03, contro un valore di 9,67 della scorsa settimana.
Da metà novembre abbiamo visto partire la quarta ondata con un’incidenza settimanale di 99 nuovi casi ogni 100 mila abitanti; a metà dicembre si è assistito a un aumento vertiginoso dei casi, passando a un’incidenza di 180 per 100 mila. Il picco è stato raggiunto a metà gennaio, con 1767 nuovi casi per 100 mila. Questa è stata l’ondata più impattante per l’elevatissima diffusione del virus, tuttavia, grazie ai vaccini, anche senza essere ricorsi al lockdown, l’impatto complessivo sui sistemi sanitari è stato meno oneroso.
Non a caso, ad avere più difficoltà è la PA di Bolzano, dove la percentuale di vaccinati è significativamente inferiore a quella media nazionale (68,3% contro un valore italiano del 75%): infatti la provincia autonoma arranca sia sul fronte dell’indicatore di stress targato ALTEMS che questa settimana segna il dato più elevato in Italia pari a 15,52, più del doppio del valore medio nazionale (7,03); sia anche sul fronte dell’incidenza settimanale (25-31 gennaio; 2.156 casi per 100 mila, quasi il doppio dell’incidenza media nazionale che è pari a 1237 nuovi casi ogni 100 mila abitanti nella settimana 25-31 gennaio).
“L’indice di stress del sistema sanitario elaborato da ALTEMS evidenzia nella settimana (27 gennaio 2022 – 02 febbraio 2022) un valore medio nazionale pari a 7,03 (con un’incidenza media settimanale tra 27 gennaio e 2 febbraio pari a 1.519 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 47.953.207 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni – afferma il prof. Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) – la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la PA Bolzano con un indice di stress pari a 15,52, un’incidenza media settimanale tra 27 gennaio e 2 febbraio pari a 2.638 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 396.459 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la Regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Sardegna con un indice di stress pari a 2,09, un’incidenza media settimanale pari a 467 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 1.307.496 persone che hanno completato il ciclo vaccinale”.
“È in crescita sul territorio nazionale anche la copertura vaccinale delle terze dosi che nella fascia d’età 50-79 anni è del 75%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 13% – continua Cicchetti – Anche i nuovi ingressi in Terapia intensiva rallentano, afferma Cicchetti, infatti il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,36 per 100.000 ab (la scorsa settimana era a 1,55 per 100.000 abitanti). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Val D’Aosta (4,84 per 100.000 ab.), la P.A. di Bolzano (2,44 per 100.000 ab.) e la P.A. di Trento (2,39 per 100.000 ab.)”.
È quanto emerso dalla 83ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del prof. Gianfranco Damiani e della dott.ssa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 31 Gennaio 2022) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 2.592.606) sulla popolazione nazionale è pari a 4,35% (in calo rispetto ai dati del 24/01 in cui si registrava lo 4,54%). La percentuale di casi (n= 10.983.116) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 16,77% al 18,42%.
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 1.237 ogni 100.000 residenti (in calo rispetto ai dati del 24/01, pari a 1.676 ogni 100.000 residenti).
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (30,97%), in Veneto (24,05%) ma è in Abruzzo (8,98%) ed Emilia-Romagna (7,40%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 4,18% (in calo rispetto ai dati del 24/01, pari a 4,54%).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo).
È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 5.821 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto ai dati del 24/01 (6.108 casi ogni 100.000 residenti).
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del COVID-19 nelle Regioni italiane nell’ultima settimana che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al COVID-19 nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è stata pari al 61,80 x 1.000.
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Calabria a 1,43 per 1.000 e in Sardegna pari a 0,97 per 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 0,62 per 1.000 in leggero aumento rispetto ai dati del 24/01 (0,59 x 1.000).
Dal rapporto #26 è stata analizzata la mortalità grezza del Covid-19 nell’ultima settimana; la mortalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito della popolazione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 26 marzo ed il 1 aprile 2020 la mortalità grezza, a livello nazionale, è stata pari al 8,42 per 100.000.
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 3,64 per 100.000 stabile rispetto ai dati del 24/01 (3,61 per 100.000). Il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia al 5,34 per 100.000 ed in Emilia-Romagna a 5,08 per 100.000.
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A. di Bolzano (146,38 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (38,90 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 19,79 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 75,28 per 1.000 abitanti.
Terapie intensive
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,36 x 100.000 ab. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Val D’Aosta (4,84 x 100.000 ab.), la P.A. di Bolzano (2,44 x 100.000 ab.) e la P.A. di Trento (2,39 x 100.000 ab.).
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Le soglie del 20% – 30%, rispettivamente di Terapia Intensiva e Area Non Critica, sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” come le percentuali entro le quali le Regioni rientrano in Zona Gialla. Al 31 gennaio 2022 Piemonte, Lazio, Valle d’Aosta, Marche e Friuli-Venezia Giulia si posizionano nel primo quadrante registrando tassi di saturazione, sia in relazione ai posti letto di Terapia Intensiva sia a quelli relativi all’Area Non Critica, oltre le rispettive soglie stabilite dal suddetto DL.
Indice di stress del sistema sanitario
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.
Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.
L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (27 gennaio 2022 – 02 febbraio 2022) mostra un valore medio nazionale pari a 7,03 (con un’incidenza media settimanale pari a 1.519 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 47.953.207 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la PA Bolzano con un indice di stress pari a 15,52, un’incidenza media settimanale pari a 2.638 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 396.459 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Sardegna con un indice di stress pari a 2,09, un’incidenza media settimanale pari a 467 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 1.307.496 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Indice epidemico composito
Sfruttando le principali basi dati disponibili, abbiamo elaborato un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata; ognuna di queste dimensioni rappresenta un elemento su cui porre particolare attenzione nel monitoraggio dell’epidemia ed è utile poter disporre di un indice che consente di leggerle insieme, il cui valore dovrebbe idealmente tendere al valore 1.
Le 5 dimensioni prese in considerazione sono state normalizzate sulla base di standard di riferimento, in modo da poterle combinare. I valori tendenti al rosso nella mappa indicano i contesti su cui porre particolare attenzione. Quasi tutte le Regioni attualmente si trovano in uno scenario critico. In giallo, il valore minimo nella serie attualmente (13) attribuito alla Regione Sardegna, mentre in rosso il valore massimo nella serie attualmente (47) attribuito al Friuli-Venezia Giulia e alle Marche.
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.
Andamento somministrazioni (valore soglia 500.000)
Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere (prima e seconda dose) considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere hanno superato nuovamente questa soglia solo lo scorso 3 dicembre 2021, spinte dalle somministrazioni di terza dose. Lo scorso 11 gennaio 2022 è stata superata per la prima volta anche la soglia delle 700.000 somministrazioni al giorno, continua questo trend sopra le 500.000 dosi/die.
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)
È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 50-79 anni sia il Molise (93%) mentre la regione con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere il Friuli-Venezia Giulia (86%).
Per quanto concerne la fascia d’età 5-19 anni, la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 50-79 anni è la Puglia (70%) mentre la regione/P.A. con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la P.A. di Bolzano (50%). Sul territorio nazionale, la copertura vaccinale delle 1°dosi nella fascia d’età 50-79 anni è del 90%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 60%.
Immunizzati (2 dosi)/Popolazione Generale
L’indicatore mostra la percentuale su base regionale di individui sopra i 5 anni di età che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Dal grafico si evince che la regione caratterizzata dalla copertura più alta sia la Toscana (79,0%) mentre la P.A. di Bolzano si configura come la regione con la percentuale di individui che hanno completato il ciclo vaccinale più bassa (68,3%). In Italia il 75,0% della popolazione risulta totalmente immunizzata.
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (3° dose)
L’indicatore mostra la percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la terza dose vaccinale. Dal grafico si evince come la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 50-79 anni sia il Lazio (81%) mentre la regione con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la Sicilia (63%).
Per quanto concerne la fascia d’età 5-19 anni, la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 5-19 anni è la Lombardia (17%) mentre la regione/P.A. con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la P.A. di Bolzano (10%). Sul territorio nazionale, la copertura vaccinale delle 3°dosi nella fascia d’età 50-79 anni è del 75%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 13%.