Covid e Cronicità, la nuova centralità del territorio. Conference moderata da Beatrice Lorenzin

On. Beatrice Lorenzin

Milano, 20 aprile 2021 – La pandemia ha evidenziato le fragilità del Servizio Sanitario italiano, in particolare a livello territoriale, impattando su cura e gestione delle malattie croniche come il diabete. Le opportunità di attuazione di nuovi modelli che favoriscano sia un migliore accesso alle prestazioni sanitarie attraverso procedure semplificate, sia una maggiore integrazione territorio-ospedale, sono state il fulcro del dibattito “Cronicità: i nuovi pazienti orfani. Dall’emergenza Covid a una nuova centralità del territorio”, moderato ieri dall’on. Beatrice Lorenzin, già Ministro della Salute e coordinatrice Health&Science Bridge, nella Conference organizzata dal Centro Studi Americani con Edra.

Sono stati molti gli interrogativi sollevati da Beatrice Lorenzin che ha sottolineato subito come “non bisogna dimenticare i pazienti cronici. Il Covid è stato un “imbuto” che, oltre a mettere a nudo delle difficoltà che già esistevano, ha assorbito tantissime risorse, ma ora più che mai è necessario ripensare ai modelli organizzativi e di gestione di tutte le cronicità. Oggi vogliamo avere una visione ottimistica di passaggio dall’acuto alla gestione della pandemia, ma dobbiamo interrogarci sulle patologie “orfane” e che affliggono la maggior parte dei cittadini italiani e trovare pragmaticamente delle soluzioni”.

“Il tema della cronicità è molto sentito. Il tavolo AIFA sulla cronicità non è ancora partito perché l’emergenza ha interrotto i lavori – ha dichiarato Nicola Magrini, Direttore Generale AIFA – Su BPCO e diabete siamo in maggiore ritardo e per questo bisogna intervenire migliorandone la gestione e favorendo una maggiore aderenza al trattamento. Con il Covid è poi emerso come occorra ripensare alla domiciliarizzazione. Il prossimo passo di AIFA per la cronicità – ha proseguito Magrini – sarà proprio la revisione di tutti i piani terapeutici che dovrebbero cessare di essere cartacei, e la riduzione del loro numero: alcuni saranno aboliti, altri dematerializzati e quelli più importanti compilati online. Stiamo lavorando anche affinché l’accesso ai dati sanitari diventi unica e nazionale”.

“Il Sistema Sanitario faccia tesoro della lezione del Covid per portare a sistema tutte le esperienze – ha esordito Domenico Mantoan, Direttore Generale AGENAS – C’è una evidente incapacità di andare ad eliminare quelle funzioni che a lungo termine non sono risultate efficienti. La necessità è proprio di creare un sistema dinamico Stato-Regione, che sia in grado di far circolare le innumerevoli informazioni cui l’Italia dispone. Abbiamo bisogno di un Sistema che sappia rinnovarsi in continuità e in continuazione, e che sia in grado di intercettare le trasformazioni in atto per potersi ammodernare rapidamente”.

Evidenza confermata anche da Claudio Cricelli, Presidente SIMG, che si è espresso nell’ambito della medicina territoriale e del ruolo del medico di medicina generale: “Da un punto di vista teorico e amministrativo disponiamo di innumerevoli dati, ma la realtà è che non conosciamo i cittadini in profondità, e lo stress-test del Covid ha drammaticamente messo in luce le limitazioni del nostro Sistema Sanitario. La vera sfida è proprio quella di ripartire dalla gestione del paziente nel territorio, superando la radicata concezione “arcaica” che non vede ancora il medico di medicina generale come punto di contatto tra paziente e Sistema Sanitario. Prendersi cura delle patologie croniche significa conoscerne approfonditamente le dinamiche, incluse quelle della quotidianità del paziente. Quello che auspico è un ragionamento integrato e che trovi le basi nei concetti di trasformazione, decisione e cambiamento”.

In termini di presa in carico, ma soprattutto di accesso alle cure, sono evidenti le diverse esperienze delle Regioni in Italia.
Rita Lidia Stara, Presidente Federazione Diabete Emilia Romagna (FEDER), ha commentato: “Le sfide sono raggiungere la semplificazione dell’accesso e personalizzare le cure. Il paziente cronico dev’essere messo nelle condizioni di potersi muovere senza difficoltà all’interno di percorsi e reti. Dove il circuito funziona i risultati sono assolutamente positivi: in Emilia Romagna gli esiti di PDTA per il piede diabetico hanno messo in luce dei numeri eccezionali. Non possiamo più rimandare la revisione e l’implementazione di modelli che siano concretamente integrati”.

“In Emilia Romagna per i pazienti cronici ci sono numeri importanti e – ha aggiunto Raffaele Donini, Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna – in questa pandemia sono stati doppiamente colpiti perché sono venuti meno alcuni collegamenti di percorsi terapeutici personalizzati che stiamo cercando di recuperare. Le Case della Salute e le farmacie dei servizi sono le nostre risposte all’emergenza. Le Case della salute sono 126 e, a fine mandato, arriveremo a 160”.

In rappresentanza della Programmazione della Regione Piemonte si è espresso invece Franco Ripa, che ha individuato tre livelli operativi su cui riflettere e intervenire: “in questa situazione di “sindemia”, dobbiamo necessariamente migliorare in termini di semplificazione, evitando ulteriori complessità sistemiche; integrazione ospedale-territorio e comunicazione, perché abbiamo bisogno di condividere ciò che facciamo all’interno delle organizzazioni e strutture sanitarie”.

In merito alla visione futura per la gestione del paziente diabetico in coordinamento con il medico di medicina generale sono d’accordo Agostino Consoli, Presidente Società Italiana di Diabetologia, e Paolo Di Bartolo, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD): la lezione del Covid dev’essere di stimolo per uniformare un Sistema che ha bisogno di “dialogare”. Il vero modello, infatti, è una rete digitalizzata, interconnessa e interoperabile all’interno della quale paziente e specialisti possano comunicare con efficacia e rapidità.

Ha partecipato anche Americo Cicchetti, Direttore ALTEMS, per tracciare una linea di opportunità per una riforma del sistema all’interno del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: “Per andare avanti, ma soprattutto per migliorare, dobbiamo essere coraggiosi. Le progettualità vanno accompagnate da riforme e incentivi che allineino Stato e Regioni nell’implementazione di tutti i disegni. Ma non solo. Il ruolo del monitoraggio negli investimenti sarà cruciale, proprio perché dovremo assicurarci che tutte le progettualità vengano guidate verso la più efficiente direzione”.

A conclusione dell’evento è intervenuto anche Francesc Xavier Cos – Presidente di Primary Care Diabetes Europe, per fornire una fotografia virtuosa di gestione delle cronicità in Spagna: “L’innovazione è fondamentale nell’approccio alle cronicità, così come il lavoro sinergico. Ciò su cui puntiamo è incoraggiare la ricerca di alta qualità su trattamento e valutazione di nuove opzioni terapeutiche del diabete, costruire reti di ricercatori per le cure primarie, e condividere i risultati delle nostre ricerche”.

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