Covid, diminuisce la pressione sui diversi settori assistenziali. Nuovo Instant Report ALTEMS

Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma. In calo i livelli di saturazione delle terapie intensive tranne che in Veneto, PA di Trento e Friuli Venezia Giulia

Roma, 11 dicembre 2020 – Cala il peso dei pazienti Covid-19 sui diversi settori dell’assistenza sanitaria: infatti, nel complesso in Italia si registra una diminuzione della pressione esercitata dai pazienti con SARS-CoV-2 nell’ultima settimana su ospedali e altri servizi assistenziali. Nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della pressione ha riguardato l’assistenza ai nuovi casi isolati a domicilio. In ogni caso mediamente c’è stata una decrescita dei casi isolati a domicilio (-35 ogni 100.000 abitanti), dei ricoveri ordinari (-4 ogni 100.000 abitanti) e di quelli in terapia intensiva (-0,45 ogni 100.000 abitanti).

È quanto emerso dalla 32ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del prof. Gianfranco Damiani e della dott.ssa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).

A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (prof. Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (prof. Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.

La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.

“Inoltre, all’8 dicembre 2020 – afferma il prof. Cicchetti – appare ridotto il numero di Regioni che hanno esaurito la capacità di posti letto aggiuntivi di terapia intensiva: sono, infatti, 10 le Regioni che, seppure con percentuali diverse, stanno attingendo al momento alla dotazione strutturale di questi posti letto. Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva continua a decrescere: rispetto a 7 giorni fa il tasso di saturazione delle terapie intensive è diminuito di 6,2 punti percentuali, considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva PRE DL 34/2020 e di 3,8 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva POST DL 34/2020”.

“All’8 dicembre quindi, considerando, la dotazione delle Regioni pre-DL34 il 65,3% dei posti letto di terapia intensiva è occupato da pazienti Covid-19 – aggiunge il prof. Cicchetti – Questa percentuale scende al 39,8% se consideriamo la dotazione a regime prevista dal già citato DL34/2020. Diminuisce anche l’occupazione dei posti letto in Area Non Critica, ovvero dei posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia. All’8 dicembre, tuttavia, 16 regioni hanno superato la soglia di sovraccarico del 40% individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020”.

“Ma in una lettura complessiva della ‘pressione’ prodotta dalla pandemia in questa settimana sul sistema sanitario – afferma il prof. Cicchetti – vediamo come il “carico” sia ancora in aumento in Veneto, Puglia, Sardegna, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Basilicata soprattutto per effetto dell’aumento significativo del numero di persone isolate a domicilio. In tutte le altre Regioni i sistemi sanitari Regionali prendono fiato. Pressione in forte calo in Toscana, Marche, Umbria e Valle d’Aosta”.

Disponibilità di posti in strutture intermedie
È stato analizzato all’8 dicembre l’andamento delle regioni con riferimento all’attivazione degli alberghi sanitari, ovvero strutture di accoglienza per pazienti covid-19 positivi. La Toscana ha 1106 camere con USCA presenti all’interno degli alberghi con maggior numero di camere disponibili. La Basilicata ha attivato 119 camere nella provincia di Potenza e 157 nella provincia di Matera. Il Piemonte allo stato attuale presenta 2271 camere con l’obiettivo di attivare 1 posto letto ogni 4.000 abitanti. In Campania risulta disponibile l’Ospedale del Mare con 84 camere, tra singole e doppie.

Il Lazio ha attivato 800 posti letto in diverse strutture alberghiere e presenta al momento un tasso di occupazione al 50%, mentre la Liguria mostra 257 PL attivi. L’Umbria, con 74 PL attivi, sta verificando l’idoneità di ulteriori strutture sul territorio mentre nella regione Marche sono ad oggi stati attivati 637 posti letto. In seguito alla manifestazione di interesse, la regione Calabria ha ricevuto 15 domande di partecipazione per un totale di 493 posti letto disponibili. Nella Regione Puglia risultano attivi 217 posti letto, mentre in Abruzzo sono stati messi a disposizione 24 appartamenti del progetto Case di Roio (L’Aquila).

Il Friuli-Venezia Giulia ha attivato 50 posti letto per pazienti Covid-19 positivi e 90 posti letto per persone in isolamento ma negative. La regione Emilia-Romagna segnala che nei 4 alberghi presenti sul territorio l’83% dei PL è ancora disponibile e le strutture ricettive destinate all’isolamento sono libere al 40%. In Sicilia, invece, è presente almeno un covid hotel per ogni provincia ed all’interno dell’ATS Milano risultano attivi 3 covid hotel. Le restanti regioni si stanno attivando nel reperimento di strutture disponibili attraverso la pubblicazione di bandi e manifestazioni di interesse.

Disposizioni ed attuazione dei test rapidi Regioni e PA
Dal report #32 sono state analizzate le tipologie di test che sono state attuate su disposizione delle varie Regioni e Province Autonome (P.A.). Tutte le Regioni hanno adottato con successo una strategia di testing improntata sui tamponi antigenici rapidi, anche mediante l’allestimento di postazioni drive-through.

Inoltre, alcune Regioni quali l’Abruzzo, l’Emilia-Romagna e l’Umbria hanno introdotto i test sierologici come forma di test rapidi nelle farmacie. In Abruzzo, è stato sottolineato come sia possibile sottoporsi ad un test antigenico o sierologico in tutti i laboratori analisi, pubblici e privati. In aggiunta, iniziano ad essere introdotti i test salivari in diverse Regioni:

  • In Friuli-Venezia Giulia, l’azienda Biofarma ha prodotto un nuovo test salivare che si appresta ad essere implementato;
  • Il Lazio e la Toscana hanno introdotto i test salivari nelle scuole come forma di screening rapido;
  • In Veneto, l’Università di Padova ha avviato una sperimentazione sul personale docente ed amministrativo per un test salivare;
  • La PA di Trento ha avviato la sperimentazione su un test salivare eseguibile dal paziente. il Piemonte ha introdotto i test salivari in un drive-through a Torino;
  • La PA di Bolzano ha effettuato uno screening di popolazione attraverso test salivari.

Quadro epidemiologico
I dati (all’8 dicembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 737.525) sulla popolazione nazionale è pari a 1,22% (in calo rispetto ai dati del 01/12 in cui si registrava lo 1,29%). La percentuale di casi (n= 1.757.394) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 2,69% al 2,91%.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella Valle d’Aosta (5,39%) e PA Bolzano (4,80%), ma è in PA Bolzano (2,05%), Campania (1,71%) e Veneto (1,62%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 1,22% (in diminuzione rispetto ai dati del 01/12).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: proprio la settimana appena trascorsa, tra il 22 ed il 28 novembre, è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.596 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 1456 casi ogni 100.000 residenti.

In aumento la letalità (rapporto decessi su positivi)
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del COVID-19 nelle Regioni italiane (04 – 10 novembre 2020) che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al COVID-19. Il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia è stato pari al 61,80 per 1.000 e si è registrato nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020.

Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra nella PA di Trento pari a 14,56 x 1.000; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 4,78 per 1.000 (in aumento rispetto alla scorsa settimana 4,65 x 1.000).

In calo la mortalità
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 6,96 (in calo rispetto alla scorsa settimana 7,19%). Il Friuli-Venezia Giulia ha superato notevolmente il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 16,51%, a seguire la Valle d’Aosta a 13,55%. La mortalità corrisponde al numero di pazienti deceduti in rapporto alla popolazione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 26 marzo ed il 1 aprile 2020 la mortalità a livello nazionale, è stata pari al 8,28%.

Ricoveri in aumento al Nord
Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi, si vede che nelle Regioni del Nord il valore medio registrato nell’ultima settimana dall’indicatore è pari a 5,58% (in aumento rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,54%).

In tutte le Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione, eccezion fatta per l’Umbria e le Marche. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 3,92% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 4,02%).

In diminuzione pure il valore medio registrato nell’ultima settimana dall’indicatore nelle Regioni del Sud: è pari a 3,05% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 3,37%).

Terapia Intensiva

Tasso di saturazione dei PL di Terapia Intensiva al 8 dicembre 2020
Dal report #22 è stato avviato il monitoraggio del tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva comparando i posti letto attivi pre DL 34/2020 con i nuovi posti letto attivati post DL 34/2020. L’indicatore misura la saturazione sia in riferimento al numero di posti letto in dotazione alle Regioni prima del DL 34 che considerando le nuove implementazioni previste nei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera (DL34/2020).

Se consideriamo la dotazione di posti letto originaria, ovvero prima dei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera, il tasso di saturazione in oggetto risulta essere pari al 126,3% nella P.A. di Trento, 100,9% in Piemonte, 90% in Valle d’Aosta e 89,1% in Lombardia. Le suddette percentuali scendono rispettivamente al 61,5%, 52,7%, 50% e 53% se prendiamo in considerazione la dotazione prevista in risposta ai dettami del DL 34/2020.

Come per la settimana precedente si assiste ad una generale riduzione del tasso di saturazione. Di questo, il tasso medio calcolato sull’intera penisola è del 65,3% se consideriamo la dotazione pre DL 34 e del 39,8% se, invece, teniamo in considerazione i nuovi posti letto di TI, in riduzione rispetto al precedente aggiornamento di -6,2 (situazione PRE DL 34) o -3,8 (situazione POST DL 34) punti percentuali.

Per quanto riguarda la riduzione del tasso di saturazione rispetto all’aggiornamento della settimana precedente, considerando la dotazione post DL 34, il differenziale maggior si registra in Valle d’Aosta (-22,2%), il Molise (-11,4%), il Piemonte (-7,5%), la Lombardia (-7,5%) e la Basilicata (-7,4%). Le uniche regioni che continuano a registrare tassi in aumento sono la P.A. di Trento (+5,1%), il Veneto (+2,6%), il Friuli Venezia Giulia (+1,1%) e le Marche (+0,5%).

Tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di PL di Terapia Intensiva al 8 dicembre 2020
Dal report #24 è stato elaborato un indicatore che misura il tasso di saturazione della capacità extra in termini di posti letto di terapia intensiva.

In altre parole, indica quanti posti letto di terapia intensiva, previsti dal DL34 ed effettivamente implementati, sono occupati da pazienti COVID-19. Dieci regioni hanno esaurito la suddetta capacità. Si tratta della Lombardia, della Puglia, del Molise, della Calabria, della Liguria, della Sardegna, del Piemonte, del Friuli-Venezia Giulia, delle Marche e dell’Abruzzo. In particolare, la Lombardia sta utilizzando il 29,15% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, la Puglia il 14,8%, il Molise il 13,33%, la Calabria il 13,01%, la Liguria il 12,67%, la Sardegna l’11,19%, il Piemonte l’8,87%, il Friuli-Venezia Giulia il 7,5%, le Marche il 6,09% e l’Abruzzo il 2,44%.

Queste regioni stanno, quindi, utilizzando la capacità strutturale di posti letto di terapia intensiva, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti No-Covid-19. Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva il Lazio (91,67%), l’Emilia-Romagna (78,52%) e la P.A. di Bolzano (75%). Viaggiano, invece, su un’occupazione inferiore ai 2/3 della capacità aggiuntiva il Veneto (63,04%), la Sicilia (51,29%) la Campania (49,12%), la Valle d’Aosta (39,13%) e la Basilicata (38,46%).

Tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica all’8 dicembre 2020
Dal report #28 è stato elaborato un indicatore che misura il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, ovvero dei posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia. All’ 8 dicembre 2020 sedici regioni superano la soglia di sovraccarico del 40% individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30/4/2020 ed in particolare la P.A. di Bolzano (85,34%), il Piemonte (70,81%), la P.A. di Trento (70,53%), il Friuli Venezia Giulia (51,53%), l’Emilia Romagna (49,71%), il Lazio (48,14%), la Valle d’Aosta (47,06%), la Liguria (47,01%), la Puglia (46,56%), l’Abruzzo (43,98%), la Lombardia (43,67%), le Marche (43,16%), la Campania (42,20%), il Veneto (42,15%), l’Umbria (41,95%) e la Calabria (40,43%).

In particolare, il tasso di saturazione registrato nella P.A. di Bolzano indica che la Regione rischia di dover fare ricorso a posti letto non afferenti alle sopracitate specialità per rispondere alle esigenze di cura dei pazienti COVID-19. Le uniche regioni sotto la soglia di sovraccarico sono la Sardegna (37,04%), la Sicilia (32,28%), la Basilicata (26,65%) la Toscana (26,52%) e il Molise (22,62%)

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