Roma, 20 settembre 2021 – “Abbiamo letto, in questi giorni, le diverse interpretazioni che alcuni organi di stampa e siti web hanno dato, sull’aumento dei contagi tra gli infermieri già vaccinati. E soprattutto abbiamo appreso, sempre attraverso autorevoli testate, che lo stesso ISS considererebbe la situazione assolutamente normale e non preoccupante”. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
“Rispettiamo fino in fondo le interpretazioni, da qualunque parte esse provengano, ma l’algida evidenza dei numeri difficilmente può essere interpretata diversamente: 250 operatori contagiati nel mese di luglio, che diventano 1951 nel mese di agosto e che da ultimo, dopo un leggero calo arrivano comunque a 1694, chiedono risposte certe, non mere rassicurazioni. Stiamo parlando di dati ISS, riportati fedelmente da Il Sole 24 Ore nella giornata del 31 agosto scorso.
Con la stessa meticolosità analizziamo, di settimana in settimana, i dati Istituto Superiore Sanità da oltre un anno, incrociandoli con le percentuali Inail, per rapportarli a macro periodi di 30 giorni.
Ebbene, solo una settimana fa, i nuovi infettati tra gli operatori sanitari erano 1820, adesso sono 1694. Questi dati, e ci dimostri il contrario chi può, indicano che dal 20 agosto al 20 settembre si sono ammalati in media 56 operatori sanitari al giorno, dei quali, lo dice l’Inail, l’82% sono infermieri. Quindi ad oggi si sono infettati in media, nell’ultimo mese, 46 infermieri al giorno. La settimana scorsa la media era di 50.
Orbene, noi non possiamo che gioire del calo, seppur minimo, e ci auguriamo che tale trend si riveli continuativo e costante, sino a riportare alla normalità la complessa situazione degli operatori sanitari già vaccinati, perché è notorio che la stragrande maggioranza dei contagiati è stata già sottoposta a doppia somministrazione, così come sono tante le persone che si chiedono, di fronte a numeri come quelli dei quali parliamo, quali sono i livelli di immunità che vengono garantiti dai vaccini a distanza di tempo dalla seconda dose e, sempre in relazione al trascorrere del tempo, in quale modo quei livelli di copertura iniziale, beninteso indicati dalle case produttrici con riferimento alla variante originaria ‘alfa’, possano considerarsi confermati anche in funzione delle mutazioni del virus nel frattempo intervenute, ivi compresa la variante beta notoriamente più pervasiva.
Insomma tutti gli operatori sanitari hanno diritto di sapere se e quando dovranno ricevere quella dose aggiuntiva di vaccino che rinfranchi i livelli di copertura. Ecco, di questo noi chiediamo contezza, sia all’ISS che al Ministero della Salute.
D’altronde lo stesso ISS, in un articolo di una nota testata nazionale, avrebbe ammesso che le infezioni di infermieri e medici stanno seguendo un andamento diverso, certamente superiore, seppur non allarmante, rispetto al resto della popolazione.
È evidente che Nursing Up è ben lungi dall’assumersi la responsabilità di definire “non allarmante” il repentino aumento di soggetti infettati: da 250 nel mese di luglio, a 1951 nel mese di agosto, lo stesso dicasi per i 1694 infettati, oggetto degli ultimi dati, tutt’altro.
Ribadiamo pubblicamente la nostra richiesta al Ministero della Salute, affinché delle motivazioni dei contagi tra gli operatori sanitari sia data contezza attraverso studi ed approfondimenti specifici. Non riteniamo bastevoli meri e variegati pareri, ancorché meritevoli della massima attenzione quando resi da autorevoli personalità del mondo scientifico: i nostri infermieri chiedono posizioni ufficiali sostenute da evidenze scientifiche.
Ci aspettiamo, pertanto, che le istituzioni diano, senza ulteriore indugio, indicazioni chiare, precise e dettagliate sull’esigenza o meno della terza dose per gli operatori sanitari e confidiamo, in caso positivo, che tali indicazioni non transigano ulteriormente dall’indicare le date precise e le modalità con le quali i soggetti interessati saranno chiamati a vaccinarsi.
Proseguire sulla strada della massima obiettività dunque, è questa la modalità che Nursing Up porterà avanti, affinché determinati numeri non vengano interpretati ne in maniera superficiale né allarmistica a seconda dei casi, ma soprattutto per garantire a chi legge l’autonomo e sacrosanto diritto di comprendere, riflettere e trarre proprie autonome conclusioni sull’oggettivo significato dei dati”, conclude De Palma.