Roma, 7 maggio 2021 – “Il coprifuoco è stato introdotto insieme a una serie di altre misure, come la chiusura delle attività commerciali, e tutte insieme hanno prodotto un beneficio. Nel momento in cui vengono eliminate molte delle chiusure ma rimane vivo il coprifuoco, vuol dire concentrare in uno spazio temporale lo stesso numero di persone che va al bar o al ristorante e quindi finisce per essere quasi paradossalmente controproducente”. Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, nel corso di un’intervista video rilasciata all’agenzia Dire.
“In Italia a cena si va intorno alle 20, non come in Germania o Svizzera alle 18 – prosegue l’infettivologo – quindi credo sarebbe stato ragionevole spostare il coprifuoco alle 23. Mi auguro che se i numeri saranno buoni nelle prossime settimane si possa poi eliminarlo definitivamente a fine maggio, mantenendo chiaramente tutte misure di distanziamento nelle attività commerciali”.
Secondo Bassetti, il coprifuoco “per come è stato definito è una misura anti-liberale che noi viviamo in Italia da sette mesi e, come per tutte le misure che durano per così tanto tempo, finiscono in qualche modo anche per perdere il loro effetto”.
In merito, poi, alla durata dell’immunità del vaccino anti-Covid, Bassetti si è così espresso: “Sei mesi mi pare una durata bassa. Io mi sono vaccinato a dicembre, vuol dire che a giugno dovrei vaccinarmi un’altra volta? Non credo, personalmente sono in disaccordo. I dati sull’immunità ci dicono che dura almeno 12/18 mesi. La terza dose dovrebbe essere fatta ragionevolmente tra i 6 e 12 mesi”.
“Quindi nel mio caso – prosegue – penso che il prossimo novembre/dicembre dovrò fare la terza dose, che potrebbe essere anche molto utile per coprire le varianti”. Secondo Bassetti, quindi “dovremo abituarci all’idea che una volta all’anno ci vaccineremo contro il Covid”.
Per quanto riguarda, infine, i brevetti, il dott. Bassetti ha dichiarato: “Io sto sicuramente dalla parte dell’apertura dei brevetti. È una cosa ragionevole. Per sconfiggere il virus dobbiamo fare in modo che il vaccino sia a disposizione di chiunque e dovunque. Il virus non guarda in faccia nessuno”.
“I Paesi sviluppati continueranno a comprare il vaccino come hanno fatto perché è giusto tutelare chi ha investito nella produzione – conclude Bassetti – ma per i Paesi in via di sviluppo i prezzi di mercato sono elevati e allora bisogna eliminare brevetti. È una iniziativa umanitaria. Chiaramente serviranno delle regole: se l’India produce dei vaccini non è che poi può venderli all’estero. Un po’ come si è fatto in passato con l’HIV, dando la possibilità ai Paesi poveri di produrre direttamente i farmaci che costavano troppo”.
(fonte: Agenzia Dire)