In attesa del vaccino che agisce attraverso l’immunità acquisita, il prof. Beniamino Palmieri propone l’utilizzo di un batterio in grado di potenziare le barriere naturali all’ingresso del virus nel nostro organismo
Modena, 25 novembre 2020 – Il prof. Beniamino Palmieri dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha recentemente pubblicato sul Journal of Medical Virology una review dei numerosi studi clinici condotti negli ultimi sessant’anni sull’attività antivirale del batterio C. parvum e propone di utilizzarlo per la prevenzione e terapia del Covid-19, a cominciare da medici e operatori sanitari.
“La salvaguardia della vita dei medici in Italia non è stata sino ad ora sufficientemente tutelata come invece è accaduto in Cina – spiega il prof. Palmieri – infatti, incontrando al Policlinico di Modena il capo della delegazione cinese di Wuhan (dr. Hua Zhou dell’Università di Zhejiang) in visita alle strutture anti-covid, abbiamo avuto conferma che durante l’episodio pandemico gli Infettivologi avevano protetto tutti gli addetti alla salute con un vecchio prodotto di una azienda italo-americana (estratto timico), che potenzia appunto l’immunità innata, con il risultato che solo 6 medici sono deceduti nell’intero arco della pandemia”.
Palmieri è convinto del potenziale del batterio attualmente disponibile come farmaco “Parvulan”, immunostimolante antivirale registrato in Brasile.
“A conferma dell’efficacia di Parvulan come barriera antivirus – ribadisce Palmieri – abbiamo già una preliminare casistica in quest’ultima recidiva pandemica chiediamo ora un confronto con esperti e un adeguato supporto di visibilità della proposta senza alcun conflitto, anzi con perfetta integrazione con i vaccini prossimi venturi”.
“L’utilizzo di questo strumento, che ha mostrato ottime caratteristiche di qualità e sicurezza – conclude Palmieri – oltre a proteggere i medici potrebbe contribuire a decongestionare gli ospedali”.