Bologna, 1 aprile 2020 – L’emergenza non è finita, il calo dei contagi fa ben sperare ma nelle Terapie Intensive, come quella polivalente del Policlinico di S. Orsola, si continua a lavorare come il primo giorno tra paura e solidarietà, tra la vita e la morte.
“Continuiamo a fare il nostro lavoro come prima – dice Elisabetta Pierucci, responsabile Terapia Intensiva – con ritmi più serrati e più strass perché abbiamo la necessità di proteggerci per non avere l’ansia di portare con noi qualcosa a casa. Però riusciamo anche a ridere e scherzare a creare un clima tranquillo perché tutti si sentano accolti e capiti”
“Abbiamo tutti paura, da quando usciamo di casa la mattina, – dice Antonella Gramantieri, coordinatrice infermieristica – poi arriviamo qui, ci guardiamo negli occhi e diciamo: partiamo! Non siamo mai da soli sul paziente ma sempre in due o tre persone e anche questo ci serve a superare la paura”.
“La tipologia del paziente e cambiata e così anche le modalità di lavoro – così Alessio Dall’Olio Infermiere – e tra medici e infermieri si è creata una coesione straordinaria per andare contro assieme ad un nemico comune”.
“Prima trattavamo qualsiasi bisogno di assistenza invasiva – dice Marco Di Laudo Specializzando – mentre ora abbiamo dovuto diventare esperti di questa malattia. Non è stato facile ma ci adattiamo per riuscire a sconfiggerla”.
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