Catania, 31 luglio 2020 – Risalgono i numeri della diffusione del contagio da Covid-19 in Sicilia e aumenta la preoccupazione anche tra i lavoratori che, adesso, temono per un eventuale ritorno di quelle misure stringenti che hanno già messo a dura prova l’intera economia nazionale e isolana. Un sentimento condiviso dalla Ugl Sicilia che, attraverso le federazioni regionali Sanità e Medici lancia un accorato appello alla cittadinanza ed alle istituzioni della Regione e degli enti locali isolani.
“Abbiamo sempre ritenuto giusto e corretto far ripartire le attività alla luce dei dati incoraggianti che nelle scorse settimane venivano giornalmente registrati, considerato che la Sicilia è stata una delle regioni che in Italia ha meglio gestito le fasi 1 e 2 dell’epidemia – fanno notare i segretari regionali Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri – Oggi però stiamo assistendo a una nuova risalita del numero di soggetti positivi, certamente dovuta all’apertura dei confini e all’arrivo incontrollato di migranti, ma soprattutto con grande dispiacere notiamo come in innumerevoli luoghi si sia abbassata la guardia dimenticando il rispetto delle basilari norme di comportamento, ovvero il corretto utilizzo della mascherina, la costante sanificazione delle mani, il distanziamento fisico purtroppo ancora necessario. Per questo motivo invochiamo maggiore attenzione e scrupolosità da parte dei cittadini per non sacrificare i sacrifici fatti nel recente passato, a partire dall’inevitabile e sconvolgente lockdown (principalmente per evitarne un altro). Alle istituzioni ad ogni livello chiediamo a gran voce non limitazioni, ma più controlli ed un incremento delle iniziative volte al dialogo ed alla sensibilizzazione della popolazione residente e dei tanti turisti che, fortunatamente, hanno scelto la nostra terra per le loro vacanze”.
“È chiaro, oltretutto, che non ci si può girare dall’altra parte di fronte al fenomeno degli ingressi, regolari o meno, che vanno minuziosamente setacciati al pari delle attività di censimento e tracciamento per chi entra in Sicilia – evidenziano i due sindacalisti – Così come non è tollerabile che la sacrosanta riapertura delle prestazioni ospedaliere, sanitarie e di molti altri servizi, sia diventata in diverse parti occasione di assembramento. Ci appelliamo quindi al buon senso dei cittadini affinché si attengano perfettamente alle disposizione impartite dagli enti ed alle reali, urgenti ed improcrastinabili necessità, nonché al rigore delle istituzioni nel far funzionare a dovere tutti i meccanismi a partire, ad esempio, dal sistema delle prenotazioni delle prestazioni mediche poiché non è tollerabile il ritorno all’affollamento dei pronto soccorso e delle sale d’attesa”.
“Questo, dunque, è il nostro accorato intervento – concludono Urzì e Lanteri – e ci auguriamo che ognuno possa coglierlo per fare la sua parte, tenuto conto che in ballo c’è il futuro della nostra società e dell’economia siciliana, perché non ci possiamo permettere affatto una nuova chiusura totale”.