Il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, Facoltà di Economia, campus di Roma
Roma, 31 luglio 2021 – È stato elaborato dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS) un indice di stress del sistema sanitario che tiene in considerazione l’incidenza dei casi sulla popolazione rispetto al numero di persone vaccinate. L’indicatore di stress calcolato sulla settimana (22-28 luglio) mostra un valore medio nazionale pari a 0,47 (con un’incidenza media settimanale pari a 48 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 53% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), con valori differenti tra le Regioni.
Applicando lo stress test, solo la Regione Sardegna (1,11) risulta essere sopra la prima soglia di attenzione (pari a 1) equivalente all’incidenza di 50 nuovi casi ogni 100.000 ab. La Regione Toscana segue la Sardegna registrando un valore pari a 0,81. Seguono il Veneto a 0,72, la Sicilia a 0,71, l’Umbria a 0,69 e il Lazio a 0,68.
“Quasi tutte le Regioni e le Province Autonome in quest’ultima settimana hanno superato lo stress test del sistema sanitario elaborato da ALTEMS – afferma il prof. Americo Cicchetti, direttore dell’ALTEMS – ad eccezione della Regione Sardegna che registra un valore pari a 1,11 e quindi risulta essere sopra la prima soglia di attenzione equivalente all’incidenza di 50 nuovi casi ogni 100.000 ab. Tra le Regioni/PA a maggior rischio troviamo la Toscana a 0,81, il Veneto a 0,72, la Sicilia a 0,71, l’Umbria a 0,69 e il Lazio a 0,68, mentre Molise e Puglia segnano i valori più bassi, pari a 0,17 e 0,19 rispettivamente. Le Regioni Sicilia e Veneto riportano lo stesso indicatore di stress (0,71 e 0,72 rispettivamente) nonostante l’incidenza del Veneto (72,27) sia più alta di quella della Sicilia (66,06); tale motivo, continua Cicchetti, è dovuto a diverse velocità della campagna di vaccinazioni tra le due Regioni, infatti il Veneto registra 2.561.465 vaccinazioni mentre la Sicilia ha vaccinato 2.356.485 persone”.
“I risultati dell’indicatore di stress – continua Cicchetti – vanno letti come segnale anticipatorio dei dati di occupazione dei posti letto di Terapia Intensiva e di Area Non Critica. Al 26 luglio nessuna Regione/PA è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione (ricordiamo le soglie per il passaggio in zona gialla pari al 10% e al 15%, rispettivamente). Tuttavia, analizzando il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.), il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,16 x 100.000 ab. (in aumento rispetto alla settimana precedente pari a 0,09). Le Regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Sardegna (0,56 x 100.000 ab.), la Sicilia (0,31 x 100.000 ab.) e il Veneto (0,29 x 100.000 ab.)”.
È quanto emerso dalla 63ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del SARS-CoV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane. Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid-19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 26 Luglio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 68.236) sulla popolazione nazionale è pari a 0,11% (in aumento rispetto ai dati del 19/07 in cui si registrava lo 0,08%). La percentuale di casi (n= 4.320.530) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 7,19% al 7,24%.
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 e il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 47 ogni 100.000 residenti (in aumento rispetto ai dati del 12/07, pari a 26 ogni 100.000 residenti).
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (13,80%), in Val d’Aosta (9,48%), in Friuli-Venezia Giulia (8,97%) ma è in Sardegna (0,21%), Sicilia (0,16%) e Campania (0,15%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,11% (in aumento rispetto ai dati del 12/07, pari a 0,08%).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 127 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto alla settimana precedente (94 casi ogni 100.000 residenti).
Letalità (rapporto decessi su positivi)
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in PA Bolzano pari a 3,13 x 1.000 e in Liguria pari a 2,88 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 0,99 per 1.000 (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 1,42 x 1.000).
Mortalità (rapporto decessi su popolazione)
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,13% (stabile rispetto alla scorsa settimana analizzata 0,13%). Il dato più elevato si registra in Calabria al 0,37% seguito da Sicilia allo 0,35% e Campania 0,28%.
Indice di positività settimanale
L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 20,99% in Emilia-Romagna e del 16,56% in Lazio. In Italia l’indice di positività al test è pari all’8,64%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 12 nuovi soggetti testati, in aumento rispetto alla settimana precedente.
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A di Bolzano (22,87 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (17,57 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 9,91 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 12,81 per 1.000 abitanti.
Terapia intensiva
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,16 x 100.000 ab. (in aumento rispetto alla settimana precedente pari a 0,09). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Sardegna (0,56 x 100.000 ab.), la Sicilia (0,31 x 100.000 ab.) e il Veneto (0,29 x 100.000 ab.).
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 19 luglio 2021
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Le soglie del 10% e del 15%, rispettivamente di Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica, sono individuate dal Decreto-legge Covid (bozza presentata in data 20 luglio 2021) come quelle oltre le quali è previsto il passaggio dalla Zona Bianca a Zona Gialla. Al 26 luglio nessuna regione è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione.
Indice di stress del sistema sanitario
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.
Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.
L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (22-28 luglio) mostra un valore medio nazionale pari a 0,47 (con un’incidenza media settimanale pari a 48 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 53% di vaccinati rispetto alla popolazione residente), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la Sardegna con un indice di stress pari a 1,11, un’incidenza media settimanale pari a 110 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 52% di vaccinati rispetto alla popolazione residente; a seguire, la Toscana con un indice di stress pari a 0,81, un’incidenza media settimanale pari a 74 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 48% di vaccinati rispetto alla popolazione residente; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è il Molise con un indice di stress pari a 0,17, un’incidenza media settimanale pari a 18 nuovi casi ogni 100.000 ab. e il 55% di vaccinati rispetto alla popolazione residente.
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.
Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)
A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (29,87%), 20-49 anni (59,21%), 50-69 (76,26%), 70-79 (86,42%), over 80 anni (91,36%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 67,87%.
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)
È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la Puglia, il Lazio e l’Emilia-Romagna abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione over 70 (78,00%).
Dosi Somministrate/Dosi Consegnate/Popolazione residente (x 100 ab.)
È stata avviato il monitoraggio relativo alla correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Il grafico mostra la correlazione tra dosi somministrate, dosi consegnate rispetto alla popolazione residente. Dal grafico si evince come le Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Molise, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Lombardia rappresentino le regioni il cui rapporto tra dosi somministrate rispetto a quelle consegnate è superiore al valore medio nazionale.
Somministrazioni totali (1°/2° dose)/Popolazione residente (x 100 ab.)
Sono state analizzate le somministrazioni totali (1°e 2°dose) in rapporto alla popolazione residente stratificata per il vaccino somministrato. In tutte le regioni italiane il vaccino Pfizer è stato somministrato in percentuali maggiori rispetto a quelli di AstraZeneca o di Moderna o di Janssen.
Stato dell’arte vaccinazioni in riferimento all’obiettivo del 30 settembre 2021 del Piano Vaccinale Anticovid
Dal report #45 si avvia il monitoraggio dello stato dell’arte delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino) alla data del 30 Settembre 2021, data in cui il Piano Vaccinale Anticovid pone di raggiungere l’obiettivo del 80% della popolazione vaccinata. Ad oggi sono state vaccinate il 74,15% dell’obiettivo dei circa 43 milioni da raggiungere al 30 Settembre 2021, pari a 31.675.517 persone vaccinate.