Bologna, 2 settembre 2020 – Torna per la sesta edizione il Festival della Scienza Medica, che ogni anno riunisce a Bologna scienziati di fama internazionale, tra cui premi Nobel e i più riconosciuti esperti in diversi campi della ricerca e dell’innovazione.
Nell’anno della pandemia, anche questo importante appuntamento divulgativo dedicato alla cultura medico-scientifica e alle sue sfide cambia format: annullate le date di aprile, la sesta edizione del Festival – promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e da Genus Bononiae. Musei nella Città, in collaborazione con l’Università di Bologna e con il supporto del Gruppo Intesa Sanpaolo – sarà trasmessa integralmente online con cadenza settimanale, 2 al 17 ottobre prossimi.
Anche gli argomenti di questa edizione non potevano che ‘adattarsi’ al momento storico inedito che stiamo vivendo, e il Festival sarà dedicato al tema “Lezioni di medicina. Covid 19”: un momento di dibattito e confronto proprio sulla pandemia. Convegni, incontri e lezioni magistrali avranno l’obiettivo di trarre indicazioni utili sulle caratteristiche e delle conseguenze dell’emergenza sanitaria sul piano medico-sanitario, scientifico, economico, sociale e politico.
“Il particolare momento storico che stiamo vivendo ha reso necessario ripensare il Festival in termini diversi da quanto era stato realizzato nelle prime cinque edizioni – dice Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae. Musei nella Città – Le conseguenze dell’emergenza sanitaria hanno portato a trasformare questa iniziativa, conferendole una veste nuova, interattiva, che permetterà a tutti di ascoltare in diretta la voce dei più autorevoli scienziati ed esperti internazionali. Il Festival sarà un’occasione per analizzare gli innumerevoli profili che hanno chiamato in causa la Scienza Medica nel contesto di un’emergenza mondiale, inducendo a rivedere modelli sanitari, sociali ed economici che si davano per acquisiti, ma che invece subiranno inevitabili cambiamenti”.
“Un evento atteso da quasi mezzo secolo dagli infettivologi di tutto il mondo, quello di una pandemia influenzale devastante a livello planetario, ha assunto la fisionomia di un virus insolito e insidioso, in grado di circolare quasi in incognito nell’80% della popolazione, creando qualche fastidio clinico al quindici per cento e mettendo a rischio la vita del cinque per cento, per la quasi totalità persone anziane o molto anziane e/o con polimorbilità – dice Gilberto Corbellini, Direttore Scientifico del Festival – Nessun Big One insomma, anche se il perdurare della pandemia e l’esplosione di nuovi focolai, uniti alla debolezza, frammentarietà o scarsa razionalità delle strategie di contenimento, rischiano di produrre devastazioni economiche e sociali paragonabili alle più gravi epidemie della storia, come la Peste nera del Trecento o la Spagnola del 1918-19”.
Tra gli ospiti del Festival 2020 alcune delle più autorevoli voci in campo medico-scientifico, note al grande pubblico anche per la loro inevitabile esposizione mediatica durante i mesi più critici della pandemia, a cominciare da Bruce Beutler, premio Nobel per la Medicina nel 2011 per le sue scoperte sull’immunità contro i microbi e sul modo in cui l’organismo si difende naturalmente dagli attacchi esterni attraverso il sistema immunitario.
Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, interverrà nell’evento di apertura di venerdì 2 ottobre; di Infettivologia e Clinica di Covid-19 parlerà Pierluigi Viale, infettivologo, Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, che ha lanciato nel capoluogo emiliano un programma di ricerca per individuare precocemente i positivi perfino scovandoli nelle abitazioni.
Al Festival interverrà anche Andrea Crisanti, Professore di Microbiologia all’Università di Padova e già docente di Parassitologia Molecolare all’Imperial College di Londra, che illustrerà l’esperimento di Vò Euganeo, epicentro del primo focolaio italiano, dove la popolazione è stata isolata e sottoposta a controlli periodici per tracciare la circolazione del virus: un esperimento che è diventato un modello per adeguare gli algoritmi matematici e trarre indicazioni per il contenimento e l’eliminazione dei contagi.
Rino Rappuoli, Professore di Vaccines Research presso lo stesso Imperial College, analizzerà lo stato dell’arte della vaccinologia, le strategie che sono state utilizzate per sviluppare dei vaccini contro Covid-19 e quali avanzamenti ci possiamo aspettare dall’esperienza in corso. E ancora l’epidemiologo Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute, che ricostruirà l’evoluzione epidemiologica di Covid-19 in Italia: sua è la prospettiva più completa, in quanto ha guidato la raccolta e l’analisi dei dati sulla circolazione del virus e sull’impatto delle misure adottate dal governo per ridurre i contagi e mettere sotto controllo l’epidemia.
Il Festival sarà un’occasione per ascoltare una voce importante, ma poco allineata, come quella di John Ioannidis, epidemiologo statunitense che ha attirato critiche a seguito delle sue osservazioni sui numeri ufficiali della pandemia, a suo avviso non del tutto credibili e pertanto responsabili di una percezione falsata della gravità della situazione.
Il Professor Edward Holmes dell’Università di Sydney, noto per il suo lavoro sulle malattie infettive e sui meccanismi con cui i virus a RNA saltano i confini delle specie per emergere nell’uomo e in altri animali, parlerà di zoonosi, della possibile origine di Covid-19 e del modo in cui pandemie analoghe possano essere anticipate e impedite.
Ma si parlerà anche delle conseguenze economiche e sociali del contagio e di organizzazione degli assetti sanitari con Fabio Pammolli, Professore di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, e di storia delle pandemie con Gilberto Corbellini, Ordinario di Storia della Medicina e Bioetica alla Sapienza di Roma e Direttore Scientifico del Festival. Michele Gelfand, psicologa e Distinguished University Professor all’Università del Maryland, dimostrerà come i modelli culturali e sociali dei diversi paesi, nell’alternanza di rigidità e apertura, abbiano svolto un ruolo strategico nel contenimento della pandemia.
Di ricadute in termini psicologici della pandemia parlerà Angelo Fioritti, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Università di Bologna, che ne indagherà i risvolti sul personale sanitario, duramente provato dall’emergenza e diventato quasi un simbolo della stessa, mentre delle conseguenze emotive sui cittadini parlerà Giovanni De Girolamo, Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa presso l’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia.
Non mancherà una riflessione sulla comunicazione scientifica, sulle sue derive condizionate dalle agende dei media e della politica e su come disinformazioni e pregiudizi hanno circolato e condizionato i comportamenti: ne parleranno Enrico Bucci ricercatore in Biochimica e Biologia molecolare e Professore alla Temple University di Philadelphia ed Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di Informatica Medica nel Dipartimento di Epidemiologia, che dal 1995 si occupa di Internet, e più di recente di web 2.0 e social media, delle loro applicazioni in ambito medico e delle potenzialità come strumenti di formazione e informazione.
L’edizione 2020 sarà anche occasione per rivedere e riascoltare i contributi di alcune delle più autorevoli voci intervenute nelle passate edizioni del Festival, con le conferenze dei premi Nobel Robert Lefkowitz, Tim Hunt, Louis Ignarro, Amartya Sen, Aaron Ciechanover, Michael Rosbash, John Gurdon, Eric Kandel, disponibili on demand. Saranno inoltre resi disponibili i podcast e le presentazioni delle conferenze di oltre 100 ospiti delle passate edizioni di questa iniziativa.