Roma, 7 aprile 2020 – Combattere il coronavirus sul territorio, proteggendo comunità fragili come le strutture per anziani e formando medici di base per alleggerire il peso dell’epidemia sugli ospedali. È quanto sta facendo Medici Senza Frontiere (MSF) nelle Marche, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) e la Regione Marche.
Nei primi dieci giorni di attività, il team di MSF, composto da medici, infermieri, esperti di igiene e logisti, ha visitato una decina di strutture per anziani, da quelle che si trovano a gestire i primi casi a quelle dove il 100% degli ospiti è positivo, offrendo attività di formazione e supporto al personale, da settimane impegnato giorno e notte per proteggere i propri ospiti dal virus. Durante le visite nelle strutture, le équipe MSF hanno potuto riconoscere il grande lavoro degli operatori sanitari che hanno fatto tutto il possibile per rispondere all’epidemia con i dispositivi di protezione che avevano a loro disposizione.
“Nella nostra struttura vivono 240 ospiti al 90% non autosufficienti. Il supporto degli operatori MSF, che hanno vissuto in prima persona epidemie come l’Ebola o la Sars, è stato di grande aiuto – dice Vittorio Sgreccia, direttore sanitario dell’Opera Pia Mastai Ferretti a Senigallia – Insieme abbiamo ispezionato la struttura e le procedure messe in atto e abbiamo accolto con piacere anche la formazione fornita al nostro personale con competenza, semplicità e umanità. Posso solo ringraziarli”.
Le strutture per anziani: proteggere i più fragili
MSF ha scelto di lavorare nelle strutture per anziani, in collaborazione con il sistema sanitario nazionale e locale, per aiutare le comunità più fragili di fronte al Covid-19. Non si tratta di ospedali ma di residenze dove persone anziane, spesso non più autonome, devono essere accudite con particolare dedizione e dove ci sono stanze comuni per mangiare, guardare la televisione e favorire la socialità tra gli ospiti. Gli operatori di queste strutture hanno dovuto rivedere completamente il loro modo di lavorare per limitare i molteplici fattori di trasmissione del virus.
“In questa emergenza senza precedenti è fondamentale intervenire sul territorio per prevenire nuovi casi e decongestionare gli ospedali. Per questo è necessario intervenire nelle comunità più fragili, come le strutture per anziani, dove quando il contagio arriva si propaga in modo velocissimo – spiega Tommaso Fabbri, coordinatore dei progetti di MSF nelle Marche – Spesso le persone anziane hanno bisogno di un contatto stretto con l’operatore, avendo bisogno di una assistenza per svolgere le normali azioni quotidiane. Proteggerli entrambi quindi ha un doppio valore”.
MSF fornisce al personale formazioni pratiche sulle misure di prevenzione e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, come guanti, mascherine e tute monouso. In presenza di casi sospetti o positivi che non hanno necessità di ricovero, insieme agli operatori delle strutture vengono individuate zone specifiche per assistere gli ospiti interessati.
Viene poi identificato un circuito, cioè un percorso chiaro, che tutti gli operatori dovranno percorrere per passare in sicurezza dalle zone ‘pulite’ a quelle ‘sporche’, attraverso accurate procedure di vestizione e svestizione per evitare la diffusione del virus.
“L’epidemia di Covid-19 ha stravolto la vita all’interno della struttura. Abbiamo dovuto chiudere a tutti i visitatori e la lontananza dai propri cari crea sofferenza negli ospiti. Noi ci stiamo mettendo tutto, anima, cuore, corpo, 24 ore su 24. È un momento difficile per noi operatori ma soprattutto per loro, ora ci sentiamo tutti rassicurati” dichiara Marta, infermiera presso la struttura “Opera Pia Mastai Ferretti” a Senigallia.
I medici di base: tenere il virus fuori dalla porta
All’ospedale di Jesi intitolato a Carlo Urbani, ex presidente di MSF che ha dedicato la sua vita allo studio e alla lotta contro epidemie come la Sars, MSF sta effettuando anche un ciclo di formazioni per i medici della Regione Marche che saranno impegnati ad assistere pazienti positivi a domicilio o negli hotel Covid, dove verranno accolti i pazienti in via di guarigione ma che hanno ancora bisogno di assistenza.
La formazione si focalizza sulle misure di prevenzione e mitigazione della diffusione della malattia con particolare riferimento ai dispositivi di protezione individuali. Per un medico che esegue molte visite a domicilio ogni giorno e quindi passa da una casa all’altra, è fondamentale sia per i pazienti che per lui stesso e i suoi familiari, usare i dispositivi di protezione nella maniera più corretta e in condizioni di sicurezza.
“Nelle nostre attività incontriamo ogni giorno operatori sanitari impegnati in prima linea contro il coronavirus che da molte settimane lavorano senza sosta in una situazione di totale eccezionalità. Molti di loro vivono nella paura di poter contagiare i propri cari. Per questo motivo, abbiamo sviluppato una parte specifica della formazione su tutte quelle misure e regole da seguire in casa per tenere il virus fuori dalla porta” dice Barbara Maccagno, responsabile medico dei progetti MSF nelle Marche.
Oggi sono oltre quaranta gli operatori MSF impegnati nella risposta al coronavirus in Italia per condividere la propria esperienza nella gestione delle epidemie, nelle Marche e in Lombardia. Oltre all’Italia l’intervento di MSF in risposta alla pandemia di Covid-19 si estende in oltre 40 paesi tra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, Oceania e Sudamerica. I team di MSF composti da medici, infermieri, logisti, promotori della salute e psicologi stanno mettendo a disposizione la propria esperienza nella gestione di epidemie supportando ospedali e centri di salute, formando gli operatori sanitari sulle misure per contenere il virus, e proteggendo persone vulnerabili come anziani, senzatetto e rifugiati, in collaborazione con le autorità sanitarie locali dei diversi paesi.