Web, 6 aprile 2020 – Le importanti risposte sanitarie che Cina e Corea del Sud sembrano aver conseguito nel contrasto della pandemia Covid-19 poggiano in gran parte sul ruolo centrale dell’Intelligenza Artificiale (AI) che ha consentito – e consente ancora oggi – il controllo millimetrico e personale delle popolazioni delle aree coinvolte.
Quello delle potenzialità e delle compatibilità dell’Intelligenza Artificiale, specie nei contesti sociali avanzati e democratici, è uno dei tanti argomenti sui quali sarà utile e necessario interrogarsi in fase post pandemica, offrendo le necessarie risposte per migliorare l’efficienza dei nostri sistemi sanitari come spesso sottolineato in queste settimane da Alessandro Vespignani, che a Boston coordina proprio il lavoro del Network Science Institute.
La rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), nell’intento di contribuire al dibattito e stimolare il confronto in materia, ha presentato oggi nel corso di una web press conference, il primo numero di una serie di pubblicazioni che la testata dedicherà ad approfondimenti e interrogativi generati dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
Il tema del primo numero è appunto quello dell’intelligenza artificiale cui ha dedicato un saggio il prof. Andrea Pin, docente di Diritto comparato presso l’Università di Padova e coordinatore del primo Corso di laurea italiano in Diritto e Tecnologia.
I vantaggi del potenziamento della produttività e dell’efficienza dell’individuo contrapposti alle limitazioni del diritto alla privacy, le facilitazioni derivanti dalla possibilità di affrontare emergenze sanitarie su scala internazionale rispetto alla necessità di proteggere gli interessi nazionali e l’equilibrio tra etica e diritto sono solo alcuni degli aspetti toccati da Andrea Pin che, nel corso del suo intervento, ha tenuto a sottolineare che “se l’uomo ha poi avuto la meglio nel valutare la pericolosità dei fenomeni polmonari che stavano comparendo in Cina, è una macchina ad averlo allertato per prima. Quest’episodio mette in luce le grandi potenzialità dell’Intelligenza Artificiale (AI) nel mondo sanitario nel caso di pandemie, finora solo parzialmente comprese e senz’altro solo marginalmente sfruttate. Tali potenzialità nascondono tuttavia delle insidie e degli ostacoli, che esigono di essere affrontate affinché il mondo della salute possa usufruirne, con benefici diffusi su scala globale”.
Tra i molti aspetti di particolare delicatezza – ha sottolineato il giurista – conviene evidenziarne in particolare tre, che stanno sollevando diverse obiezioni nel mondo giuridico relativamente all’integrabilità o persino alla sostituibilità dell’azione umana con l’AI: si tratta del trattamento dei dati, della proprietà delle tecnologie, del piano etico della gestione del dato personale e delle sue conseguenze giuridiche.
Uno degli elementi trasversalmente ‘caldi’ in tutto questo scenario è sicuramente il tema del rapporto tra “dato e consenso”, argomento che viene sviluppato nelle varie realtà (Europa, Usa, Cina) in modo radicalmente differente.
“Giacché gli sviluppi e le potenzialità dell’AI non sono controllabili se non a posteriori e con fatica – sottolinea il professore – il vero campo di contesa continua ad essere quello dei dati, la cui raccolta è pertanto sottoposta a forti limitazioni. Il perno attorno a cui ruotano tanto il modello americano quanto quello europeo – sebbene in base a prospettive molto diverse – pone al centro la necessità, per le aziende che usano i dati, di ottenere il consenso di chi li conferisce”.
Le politiche messe in atto per rispondere alla pandemia non mostrano quindi solo un gap tecnologico, ma anche delle forti differenze sul piano etico nel trattamento dei dati sensibili, non solo tra Oriente e Occidente, ma anche all’interno di quest’ultimo e infatti Andrea Pin ha concluso ricordando che l’esperienza della lotta al Covid-19 pone questioni di formidabile portata, sia per l’impostazione fortemente protettiva nei confronti dei dati all’interno dell’UE, che ha a sua volta influenzato lo sviluppo e la diffusione di tecnologie di sorveglianza, sia per la caratura etica delle scelte di politica sanitaria, che influenzeranno anche nel futuro lo sviluppo del rapporto tra sanità e soluzioni ad alto contenuto di intelligenza artificiale.