Roma, 26 giugno 2020 – La percentuale di casi attualmente positivi (n = 19.573) sulla popolazione nazionale è in discesa (dati aggiornati al 23 Giugno) e pari allo 0,03% (era lo 0,4% la settimana scorsa). La percentuale di casi (n= 238.833) sulla popolazione italiana è leggermente incrementata, passando da 0,39% a 0,40%. Si registra un forte decremento del Piemonte che è passato dallo 0,08% (al 16/6) allo 0,04% di questa settimana, delle Marche, dallo 0,07% (il 16/6) allo 0,03% e dell’Emilia-Romagna, dallo 0,05% (il 16/6) allo 0,02%, quest’ultimo dato in linea sotto la media nazionale (0,03%). Anche nelle altre regioni vi è un decremento generale, che evidenza la scomparsa del gradiente nord-sud finora evidente.
Sono alcuni dei dati emersi della 13/ima puntata dell’Istant Report Covid-19. Il report si è arricchito sin dalla scorsa puntata dell’analisi dell’impatto economico dell’emergenza COVID-19 nella prospettiva del Servizio sanitario nazionale.
Si tratta di una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale. L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).
A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). Il team multidisciplinare è composto da economisti ed aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici, psicologi e statistici.
La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza.
In questo numero il report si è arricchito di un’analisi sulla predisposizione di Piani Pandemici o Piani Emergenziali da parte delle Regioni e la programmazione sanitaria regionale Covid-correlata (compresa la programmazione in ambito vaccinale).
Attuazione del decreto legge 34/2020 (decreto rilancio), che prevede un piano di riorganizzazione per affrontare eventuali nuove emergenze, ad esempio legate a nuovi focolai e garantire la ripresa dell’attività sanitaria non-covid.
Marche, Calabria e Veneto hanno adottato le disposizioni nell’ultima settimana, e arrivano dunque in tutto a 12 su 21 le regioni che hanno formalmente dato attuazione al provvedimento. È importante utilizzare soluzioni semplici di telemedicina, e piattaforme già a disposizione coinvolgendo le associazioni di pazienti, per dare rapida e pratica attuazione al piano.
Tamponi diagnostici
Per quanto riguarda la ricerca del virus attraverso i tamponi, si osserva che il trend nazionale, è tornato nuovamente a scendere: rispetto alla settimana scorsa, in Italia il tasso per 100.000 abitanti è passato da 6,25 a 5,93. Relativamente al tasso settimanale di nuovi tamponi, i valori più alti di tamponamento vengono registrati nelle regioni del nord (Veneto, Trentino-Alto-Adige, Friuli-Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna). Il valore più basso viene registrato nella Regione Sicilia (2.48).
Assistenza sanitaria per i pazienti non Covid
Si stanno moltiplicando le pubblicazioni scientifiche che presentano le prime evidenze relative all’impatto che ha avuto sull’emergenza COVID-19 sull’assistenza fornita a pazienti non-COVID-19 in Italia.
In questo rapporto particolare attenzione è dedicata l’area gastroenterologica. Solo il 2,5% delle unità di gastroenterologia a livello nazionale ha proseguito l’attività senza cambiamenti durante l’emergenza Covid, cioè praticamente quasi nessuna. Il 40% dei gastroenterologi valuta come notevole l’impatto sulle lista d’attesa; il 70% delle unità denuncia un allungamento pericoloso delle liste d’attesa.
Una nuova mappa per le terapie intensive
Il Friuli-Venezia Giulia rappresenta la regione che attualmente registra il rapporto più elevato tra ricoverati in terapia intensiva sui ricoverati totali (25%; percentuale dovuta presumibilmente ad un numero di ricoverati totali basso) seguita dalla Toscana (23%). In media, in Italia, il 5,84% dei ricoverati per COVID-19 ricorre al setting assistenziale della terapia intensiva.
La digitalizzazione in epoca di Covid-19
Connessioni e supporti per la comunicazione digitale. L’analisi qui presentata rispecchia una sintesi delle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio).
Nel corso della Fase 1 dell’emergenza, in media le regioni hanno pubblicato contenuti principalmente di natura informativa (69,0%), con percentuali particolarmente elevate in Lombardia (75,2%) e Lazio (73,6%).
In dettaglio, analizzando le funzioni comunicative veicolate dai contenuti, è emerso come in Emilia-Romagna la comunicazione abbia puntato a promuovere la responsabilità della comunità nella gestione del “new normal” – la c.d. communityship (21,2%) in modo più frequente rispetto alla media delle altre regioni.
In merito alla sensibilizzazione-educazione dei cittadini, le regioni sono pressoché allineate, con il Veneto che presenta la maggior percentuale di contenuti recanti questa funzione (12,2%).
In merito a contenuti che promuovessero servizi di accompagnamento e di sostegno, si osservano percentuali maggiori nella Lombardia (12,2%), in Lazio e Marche (10,1% e 10,1%). Nella media generale i cittadini (71,7%) risultano il target di utenti a cui maggiormente si sono riferite le comunicazioni proposte dalle aziende sanitarie territoriali durante la Fase 1.
L’85,7% delle comunicazioni sui siti web delle aziende sanitarie per la regione Marche dedicate ai cittadini; l’Emilia-Romagna e il Veneto presentano più di metà delle comunicazioni indirizzate ai cittadini (rispettivamente 61% e 63,2%).
Il Veneto risulta essere la regione che ha dedicato il maggior numero di comunicazioni al personale sanitario (24%). Attenzione al target aziendale non sanitario è emersa in particolare in Emilia- Romagna e Veneto (rispettivamente 11,4% e 11,2%). In generale, risultano meno frequenti le comunicazioni dedicate ad altri target ad eccezione dell’Emilia- Romagna (12,4%), che principalmente ha riservato comunicazioni al comparto scuola e forze dell’ordine.