Roma, 25 maggio 2021 – “Spero che non si debba arrivare alla seconda sconfitta di introdurre l’obbligo vaccinale. La prima sconfitta è stata quella di dover mettere l’obbligatorietà per i sanitari, visto che è rimasto un piccolo zoccolo duro che non si vuole vaccinare, sono pochi ma sono testimonial negativi perché se un medico non si vaccina finisce che attorno a lui le persone non si vaccinano e quindi è un problema”. Così il prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore IRCCS Galeazzi di Milano, ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv.
“Può darsi che si debba arrivare a questa extrema ratio per la popolazione visto l’interesse pubblico di queste vaccinazioni. Il problema è insito nelle vaccinazioni in genere, se uno ha un mal di denti feroce ingurgita il primo antinfiammatorio o antidolorifico che ha sotto mano e il bugiardino lo mette da parte. Se lo leggesse vedrebbe che gli effetti collaterali sono più frequenti e più pesanti rispetto a quelli di un vaccino. Lì però c’è il bisogno acuto di riuscire a risolvere il problema, mentre invece la vaccinazione la si fa a freddo quindi si hanno dubbi sull’utilità perché non sapremo mai se ci è servito ad evitare la malattia, in quanto il virus non si fa vedere quando prova ad infettare”.
“Inoltre, in questo momento non c’è una percezione della gravità della malattia visto che il virus nella maggior parte dei casi ha un andamento benigno, quindi diventa davvero impegnativo riuscire a convincere che la malattia è più grave e più rischiosa rispetto alla pericolosità dei vaccini percepita e mal gestita a livello della comunicazione, l’infodemia pazzesca che c’è stata ha messo in macroscopica evidenza eventi avversi che sono assolutamente irrisori”.
“Sui 10 milioni di persone che dicono di non volersi vaccinare bisogna agire perché in questo momento abbiamo usato gli hub che sicuramente funzionano bene, però non arrivano alla prossimità delle persone. Prima di arrivare all’extrema ratio dell’obbligo dobbiamo provare con altre modalità, utilizzando le farmacie, coinvolgendo di più i medici di famiglia e andando in modo attivo a ricercarli”.
Sull’Italia in zona gialla. “Può esserci un incremento nel numero di casi, ma non proporzionalmente di morti e di casi gravi perché la vaccinazione è stata fatta soprattutto su anziani e soggetti a rischio. Oggi noi abbiamo ancora 280mila positivi, che in realtà sono molti di più perché il numero è sottostimato, saranno almeno 500mila, forse 800mila, quindi c’è ancora una massa critica di persone che possiamo incontrare e quindi aumentando i contatti sociali aumenterà anche il rischio di contagio. Quindi aumento dei casi, ma confido nel fatto che non ci sarà quella proporzionalità triste sui casi gravi. Si tratta di gestire questa fase di transizione, fino a che la massa critica di vaccinati farà spegnere l’incendio e si potrà riattivare anche il tracciamento”.
Sulla terza dose. “È possibile, è ancora tutto da capire. Noi pensiamo che la copertura del vaccino duri per 9-12 mesi, ma lo capiremo via via. In questa fase si completerà il primo giro di vaccinazione, poi sulla base dell’andamento epidemiologico è possibile che ci debba essere una terza dose, magari aggiornata con nuove varianti, quelle attuali sono tutte coperte dal vaccino”.
“Probabilmente bisognerà fare come per l’influenza, cioè richiami vaccinali magari per i più fragili e i più esposti finché questo virus non sparirà o si adatterà ancora meglio. Io penso che rimarrà tra i piedi ancora per 2-3 anni, però la convivenza sarà più civile. Man mano recupereremo le nostre libertà, ad esempio a luglio probabilmente potremo togliere la mascherina all’aperto. In Inghilterra hanno già iniziato a togliere l’obbligo in alcuni locali chiusi”.
Sulla ragazza vaccinata con 4 dosi di Pfizer per sbaglio. “L’effetto di protezione sarà uguale agli altri, forse un po’ più alto. Le prove sul sovradosaggio sono state fatte durante la sperimentazione del vaccino. Quello che la ragazza sta subendo sono effetti collaterali un po’ più intensi e pesanti, ma ritengo e spero che tutto vada a risolversi rapidamente”.
(fonte: Radio Cusano Campus)