Palermo, 5 aprile 2020 – “L’emergenza Covid-19, come noto, ha esposto il personale sanitario a rischio infettivo e la Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, è stata da sempre vicino alle problematiche contingenti che interessano i professionisti della sanità per rivendicare con forza il diritto delle professioni sanitarie alla dignità, alla qualità del lavoro, alla giusta retribuzione e ad essere considerati una risorsa per il paese e non una zavorra. I professionisti della sanità, maltrattati, bistrattati e sottopagati, arrabbiati, sfruttati, oggi hanno sete di giustizia sociale”.
È quanto dichiara Calogero Coniglio Segretario Regionale della Fsi-Usae. “Questa Organizzazione Sindacale, in uno spirito di grande collaborazione che la situazione richiede, non può esimersi dall’esprimere che per anni la sanità è stata utilizzata come un “bancomat” dallo Stato per fare altro e i lavoratori sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto, il notevole aumento del rischio clinico, sia per il personale sanitario che per i pazienti, il peggioramento delle condizioni di lavoro, le pochissime risorse destinate alla valorizzazione delle competenze che potessero premiare il merito e la professionalità. Lo Stato ci ha rubato buona parte del passato, ci stanno condizionando il presente non vogliamo che ci depredino il futuro”.
La Fsi-Usae Sicilia ha inviato una nota di richiesta indirizzata al Presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci e all’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza.
“Pur riconoscendo le difficoltà organizzative, di fronte a tutte le problematiche che comporta una pandemia – afferma Coniglio – la situazione richiede misure straordinarie e la massima attenzione, tant’è che il legislatore non ha mai consentito di abbassare il livello di sicurezza dei lavoratori esposti al rischio infettivo, persone che a loro volta potrebbero diventare portatori del contagio. All’interno delle strutture sanitarie oramai non è più possibile differenziare chi è stato esposto da chi no. Il personale medico, tutti i sanitari ed il restante personale potrebbero essere fonte di infezione”.
“La Fsi-Usae esprime preoccupazione per quanto sta accadendo negli ospedali – continua Coniglio – medici, infermieri, tecnici, della riabilitazione, oss, autisti soccorritori del 118 assicurano giornalmente un servizio di qualità e soprattutto senza il corrispettivo stipendiale dovuto dal governo perché non proporzionato all’elevata responsabilità e rischio di contagio”.
“Pertanto riteniamo decisivo l’ interessamento del Presidente della Regione, con la sua autorevole azione politica, auspichiamo che metta in cima alle sue priorità un’azione di sensibilizzazione verso il Parlamento Siciliano affinché vari subito un decreto per premiare gli operatori sanitari attraverso l’erogazione secondo quanto previsto dal Decreto-Legge 17/3/2020, n. 18, Art. 1 (Finanziamento aggiuntivo per incentivi in favore del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale) a cui sono stati stanziati per la Regione Sicilia 61.373.294 di euro”.
“Tale provvedimento rappresenterebbe un riconoscimento nei confronti dei professionisti coinvolti in questa emergenza sanitaria e nel contempo consentirebbe di eliminare una sperequazione di trattamento esistente tra le diverse Unità Operative attualmente impegnate con livelli di rischio infettivo praticamente sovrapponibili”, conclude Coniglio.