Roma, 23 aprile 2020 – “La Pediatria di Famiglia in questi due mesi di emergenza ha fatto la sua parte. Diremmo una grossa parte nella gestione dell’epidemia e nella tenuta del Sistema Sanitario: abbiamo ridotto la pressione sugli ospedali pediatrici fino all’80%, gestito i pazienti con il triage telefonico, programmato gli accessi negli studi ed evitato il diffondersi del contagio. Ora dobbiamo passare alla Fase 2: avere ampia disponibilità di tamponi e poterli prescrivere direttamente per la diagnosi di Covid-19 e ripartire con una nuova normalità fatta di vaccinazioni, screening, bilanci di salute e assistenza al cronico”. Questo l’appello di Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, alla vigilia del Congresso Nazionale Sindacale FIMP che si terrà in webinar nel prossimo fine settimana.
“Capillarità e prossimità territoriale, unite al rapporto fiduciario e di vicinanza con migliaia di famiglie che incontriamo nei nostri oltre 7.000 studi – afferma Biasci – ci consentono di rilevare i casi sospetti, prescrivere l’esecuzione del tampone diagnostico e monitorare la diffusione del virus. Sappiamo quanto questo approccio sia centrale nel contenimento dell’epidemia. Come è centrale la disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale, quali e quanti non è secondario”.
“Domani inizia la Settimana mondiale dell’immunizzazione – ricorda Biasci – e lo stesso Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza di rispettare il Calendario delle Vaccinazioni anche e soprattutto durante l’epidemia: rischieremmo altrimenti di aggiungere a un fenomeno nuovo, vecchi problemi e di rivedere la comparsa di malattie infettive già evitate o controllate dai vaccini. Prevenire, proteggere e immunizzare (Prevent, Protect, Immunize) sono le tre parole chiave di questa campagna, dedicata proprio alla necessità di continuità dei servizi vaccinali che devono essere garantiti anche durante la pandemia da Covid-19. Potremmo vedere altrimenti fallire il tentativo di tenere sotto controllo l’epidemia di morbillo o osservare il riemergere di patologie come la difterite o la pertosse. Come Pediatri di Famiglia offriamo ancora una volta la nostra disponibilità ad occuparci direttamente delle somministrazioni nei nostri ambulatori, in collaborazione con i Servizi di Prevenzione come peraltro avviene con successo già in alcune Regioni. Speriamo oggi di essere ascoltati e segnaliamo tra l’altro che con questa modalità le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono più facilmente attuabili”.
“Inoltre, in una visione prospettica – dichiara Biasci – sarà fondamentale per affrontare una seconda ondata di Covid-19, la linea che sceglieremo sulla prossima influenza stagionale. I numeri dei necessari approvvigionamenti di dosi per tale campagna vaccinale, si scrivono adesso. Chiediamo che la vaccinazione sia estesa all’età pediatrica, vero serbatoio infettivo ogni anno ed in particolare per la fascia di età dei bambini sani 6 mesi-6 anni. Dobbiamo immaginare questa soluzione in chiave Covid-19, per ridurre le problematiche legate alla diagnosi differenziale. Sappiamo infatti quanto difficile sia distinguere i sintomi del nuovo Coronavirus da quelli dell’influenza stagionale, specie nel setting extraospedaliero. Tutto questo al netto delle complicanze – talvolta gravi nei più piccoli – dell’influenza stagionale, al contagio degli adulti, alle giornate di lavoro perse da parte dei genitori e alle incredibili pressioni che il Sistema Sanitario dovrà nuovamente sopportare. Per il vaccino contro il Covid-19 dovremo aspettare, ma non dobbiamo perdere un minuto per programmare la profilassi dell’influenza e di tante altre malattie per cui i vaccini esistono”.
“Nel nostro Congresso Nazionale Sindacale, il 46esimo della Federazione Italiana Medici Pediatri – annuncia il Presidente Biasci – affronteremo il futuro della professione in una nuova quotidianità, ridisegnata dall’epidemia di Covid-19. Ci confronteremo in chiave propositiva su quella che abbiamo rilevato essere la principale criticità emersa in questi mesi: una discreta disomogeneità orizzontale con sistemi di cure non sempre allineati e, rispetto invece a un asse verticale, una notevole disparità dei modelli regionali nella gestione dell’epidemia”.
“Abbiamo avuto un ruolo dirimente nella Fase 1 dell’epidemia di Covid-19 – conclude Biasci – Ci aspettiamo che ad ogni livello istituzionale si sia compresa la necessità di coinvolgere i Pediatri di Famiglia sempre più nella Fase 2, in un’ottica di efficienza del sistema, che se oggi è necessaria, domani sarà vitale”.