Articolo pubblicato sul World Journal of Gastroenterology
Pisa, 5 agosto 2021 – La tomografia computerizzata con acquisizione multifasica, e parzialmente anche l’ecografia, sono gli esami radiologici più indicati nei pazienti con Covid-19 che presentino sintomatologia addominale e gastrointestinale. Sebbene infatti il virus non determini segni radiologici specifici nel distretto addominale e gastrointestinale, il contributo offerto dalla diagnostica per immagini può aiutare il clinico nella diagnosi, nella stima di gravità e nella prognosi della malattia.
È quanto appare in un articolo di revisione recentemente pubblicato sul World Journal of Gastroenterology, frutto della collaborazione tra le scuole radiologiche di Pisa e Napoli. L’articolo porta la firma del dott. Piero Boraschi, medico radiologo dell’Unità operativa di Radiodiagnostica 2 dell’Aou pisana, coadiuvato dalla dott.ssa Francescamaria Donati (della stessa struttura), dalla dott.ssa Stefania Romano (Unità operativa di Radiologia dell’Ospedale di Pozzuoli – Napoli) e dai dottori Luigi Giugliano e Giuseppe Mercogliano (specializzandi dell’Università di Napoli Federico II), che hanno svolto un periodo di formazione alla Scuola di specializzazione in Radiodiagnostica diretta dal professore Emanuele Neri, co-autore dell’articolo e direttore della Radiodiagnostica 3 dell’Aou pisana.
L’articolo evidenzia come il Covid-19 – patologia sistemica che colpisce prevalentemente il sistema vascolare ed i polmoni determinando, nei casi più gravi, una severa insufficienza respiratoria che è poi la principale causa di morte nei pazienti che ne sono affetti – possa in realtà coinvolgere anche il tratto gastrointestinale, il sistema epatobiliare, il pancreas, l’apparato urinario e la milza.
I segni radiologici più rilevati sono l’ispessimento della parete intestinale, talvolta associato ad iperemia e ispessimento mesenterico, e la distensione fluida del grosso intestino. Raramente sono presenti segni di ischemia o pneumatosi intestinale.
Le più frequenti manifestazioni radiologiche del coinvolgimento epatico sono la steatosi epatica, il fango e la litiasi biliare. Più raramente, nel Covid-19 possono essere presenti la pancreatite acuta edematosa, l’infarto renale ed il danno renale acuto da necrosi tubulare acuta. Infine, l’impegno della milza nel Covid-19 è caratterizzato da aumento delle dimensioni (splenomegalia) e da infarti splenici solitari o multifocali con classica morfologia cuneiforme o anche arrotondata, a profili irregolari o lisci.