Ferrara, 9 maggio 2020 – Presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, anche durante l’emergenza Covid-19, le donazioni di organi e tessuti non si fermano, così come non si ferma il lavoro del personale sanitario che ruota attorno al mondo dei trapianti.
La rete ospedaliera della Provincia di Ferrara e, in particolare, l’ospedale di Cona sono organizzati con percorsi dedicati e separati per pazienti con sospetta infezione da Covid-19 e pazienti “Covid-free”; ciò permette di mantenere attivi i percorsi donativi nella massima sicurezza per il ricevente. A questo si aggiungono i molteplici esami strumentali, laboratoristici e microbiologici cui viene sottoposto il donatore per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di malattie, non solo infettive.
All’interno dell’ospedale di Cona è attivo, da febbraio 2017, l’Ufficio Coordinamento Aziendale Procurement (UCAP) che si occupa della presa in carico dei percorsi di donazione di organi e tessuti dei potenziali donatori a cuore battente in morte cerebrale e dei donatori a cuore fermo. Il ruolo di questo Ufficio è quello di coordinare tutta l’attività di donazione di organi e tessuti, sia nei diversi reparti che nelle rianimazioni.
La segnalazione tempestiva all’UCAP di ogni possibile donatore è il primo importante passo verso la donazione.
Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, gli ospedali sono stati completamente assorbiti dalla cura e gestione delle migliaia di pazienti affetti da Covid-19.
Da una nota del Centro Nazionale Trapianti (CNT) emerge che, nonostante la grave epidemia in atto, l’attività di donazione e trapianto non si è arrestata ma ha continuato a garantire gli interventi, seppur con rallentamenti. Il calo più significativo, ma anche atteso, ha interessato il numero dei potenziali donatori segnalati nelle Rianimazioni e Terapie Intensive: da un lato, questi sono stati i reparti più sotto pressione nell’emergenza e, dall’altro, si è rilevata una diminuzione degli accessi per altre casistiche (come i traumi dovuti a incidenti stradali).
Ad attenuare l’impatto del calo delle donazioni sui trapianti eseguiti è una significativa diminuzione del tasso di opposizione al prelievo: nella finestra temporale della pandemia i ‘no’ alla donazione sono scesi dal 33,1% del 2019 al 25,3%.
I pazienti in lista di attesa per un organo salvavita sono molto più numerosi degli organi disponibili, per questo motivo l’attività di donazione e trapianto è un percorso urgente che non si deve fermare.