“Un amore idealizzato di fusione completa è un amore infantile che restringe la coscienza, la consapevolezza, la lucidità. Solo il tradimento può far aprire gli occhi”
Umberto Galimberti scrive in un famoso articolo: “Non si dà amore senza possibilità di tradimento così come non si dà tradimento se non all’interno di un rapporto d’amore”. A tradire infatti non sono i nemici e tantomeno gli estranei, ma i padri, le madri, i figli, i fratelli, gli amanti, le mogli, i mariti, gli amici. Solo loro possono tradire perché su di loro un giorno abbiamo investito il nostro amore. Il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte.
In un saggio sul tradimento, Puer Aeternus, James Hillman prende in esame le possibili reazioni al tradimento, indicando tra queste quelle che bloccano la coscienza e quelle che la emancipano.
La prima reazione è la vendetta, che è una risposta emotiva che salda il conto senza badare alla coscienza, al senso di responsabilità. L’uomo odia solo quando l’eros si è capovolto in thanatos. Nella mia lunga esperienza in carcere ho conosciuto killer, assassini, psicopatici e sadici. Nessuno di questi mostrava “odio” per le vittime. Solo quando venivo nominato consulente per l’affidamento dei minori da parte del Giudice incontravo personaggi feroci, incapaci di compassione, spietati. I coniugi che si separano sono capaci di uccidere metaforicamente ma anche materialmente i figli per far soffrire l’altro. La maga Medea uccide tre figli per far soffrire Giasone.
Quando l’amore infantile idealizza l’altro sino alla fusione non è più possibile la vita se uno decide di andarsene. Ma l’amore non è fusione. L’amore è una “relazione” tra due Io, ben distinti e separati. La crescita è un dialogo, un conflitto con l’altro e con noi stessi. Se siamo troppo vicini nessuna parola può essere espressa e ogni movimento rischia di ferire l’altro. Bisogna trovare la giusta distanza anche per vedere i “difetti”, i lati oscuri.
Un amore idealizzato di fusione completa è un amore infantile che restringe la coscienza, la consapevolezza, la lucidità. Solo il tradimento può far aprire gli occhi. L’altro non è più il principe azzurro, ma una persona normale con pregi e difetti. Per il noto psicanalista napoletano Aldo Carotenuto (Amare è tradire) il tradimento è necessario per la crescita di una persona. Per diventare adulti dobbiamo tradire i nostri genitori. Per sviluppare un pensiero autonomo, critico, originale, dobbiamo tradire i nostri maestri (Jung e Freud).
Più pericoloso della vendetta per Hillman è il cinismo, che non solo nega il valore dell’altro, ma fa dire che l’amore è sempre una fregatura, che i grandi amori sono per gli ingenui, cercando in questo modo di cicatrizzare la fiducia infranta. Con i cocci dell’idealismo si costruisce la filosofia del rude cinismo capace solo di offrire un ghigno a quella che un tempo era la propria stella.
Ma forse ancora più preoccupante del cinismo è il tradimento di sé, per cui una confessione, una poesia, una lettera d’amore, un progetto fantastico, un segreto, un sogno, insomma i nostri valori emotivi più profondi diventano cose ridicole, da sbeffeggiare sguaiatamente per evitare di vergognarsi di averle un giorno provate. È una strana esperienza quella di trovarsi a tradire se stessi e a trattare le proprie esperienze emotive vissute nel tempo dell’amore come esperienze negative e spregevoli.
Ma con la vendetta, la negazione, il cinismo, il tradimento di sé non siamo ancora all’ultimo stadio, quando, per proteggerci dall’eventualità di essere nuovamente traditi optiamo per la scelta paranoide che, per instaurare un rapporto esente dalla possibilità del tradimento, mette in atto quelle liturgie come le dichiarazioni di fedeltà eterna, le prove di devozione, i giuramenti di mantenere il segreto. Sono questi atteggiamenti che attengono non alla sfera dell’amore, ma alla sfera del potere.
Per Hillman l’unica reazione al tradimento che consente uno sviluppo della coscienza è il perdono. Solo il perdono ci può salvare dall’odio che rattrappisce l’anima, la comprime, la schiaccia, l’avvelena. Il perdono non fa bene al traditore, ma al tradito. Riuscire a perdonare significa andare oltre la visione puerile (puer aeternus) dell’amore. Significa accettare l’altro con le sue luci e con le sue ombre. Significa vedere l’altro per quello che è. Significa rimanere nella realtà per uscire dalle fantasie psicotiche infantili.