Roma, 7 aprile 2020 – In trincea fino a oggi sono andati i soldati. E sono loro, gli operatori della sanità accorsi in prima linea al primo fragore causato dal Covid-19, che hanno pagato sulla propria pelle il prezzo più alto.
“Parliamo – dice Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Sanità – di morti, di contagiati, di persone che da mesi sono al lavoro, avendo posto la propria missione al servizio dei cittadini al di sopra di ogni altra cosa. L’idea di uno scudo penale per loro crediamo sia un gesto estremo di civiltà e riconoscenza, nel rispetto di quanto hanno dovuto vivere sulla propria pelle, spesso senza essere forniti delle adeguate protezioni”.
“Ma la possibilità che venga varata una norma che metta al riparo chi doveva decidere e non ha deciso, o lo ha fatto in ritardo, senza dare le opportune tutele agli eroi della battaglia contro il Covid-19 non può essere in alcun modo accettato. Tra una scrivania dove vanno prese decisioni e una corsia o un reparto corre un’enorme differenza. Sono ruoli assolutamente importanti entrambi, ma chi a livello istituzionale e amministrativo non è stato in grado di prevenire e proteggere non può essere paragonato alle migliaia di lavoratori che ogni giorno mettono la propria vita al servizio della nostra Patria”.
“Sì allo scudo penale quindi, ma per gli operatori della sanità impegnati quotidianamente in questa battaglia, senza che, semmai varata, la norma possa diventare un salvacondotto per chi non ha saputo gestire questa terribile emergenza”, conclude Giuliano.