Il monitoraggio della Fondazione GIMBE conferma, nella settimana 5-11 maggio, la riduzione di nuovi casi (-19%) e decessi (-15,4%). Si allenta ancora la pressione sugli ospedali: in 35 giorni -49,1% ricoveri con sintomi e -45,1% terapie intensive. Campagna vaccinale: ancora scoperta 1 persona su 4 nella fascia 70-79 e 1 su 2 nella fascia 60-69, necessario integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale. Regioni “a colori”: una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in tecnicismi e divenire terreno di scontro Governo-Regioni, mandando nel frattempo in arancione alcune Regioni
Bologna, 13 maggio2021 – Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 5-11 maggio 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (63.409 vs 78.309) (figura 1) e decessi (1.544 vs 1.826) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (363.859 vs 413.889), le persone in isolamento domiciliare (346.866 vs 393.290), i ricoveri con sintomi (14.937 vs 18.176) e le terapie intensive (2.056 vs 2.423) (figura 3).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 1.544 (-15,4%)
- Terapia intensiva: -367 (-15,1%)
- Ricoverati con sintomi: -3.239 (-17,8%)
- Isolamento domiciliare: -46.424 (-11,8%)
- Nuovi casi: 63.409 (-19%)
- Casi attualmente positivi: -50.030 (-12,1%)
“L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione”. I trend sono in riduzione in tutte le Regioni (tabella). Continua, tuttavia, a salire leggermente l’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range: 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range: 0,85-0,91).
“Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80”. In dettaglio:
- Area medica: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 14.937, con una riduzione del 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40% (tabella).
- Terapia intensiva: dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 2.056 posti letto, con una riduzione del 45,1% in 35giorni; la soglia di saturazione del 30%risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana (32%) (tabella). “Nelle terapie intensive – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei nuovi ingressi giornalieri continua a scendere, con una media mobile a 7 giorni che questa settimana ha raggiunto i 110 ingressi/die” (figura 4).
Vaccini: forniture. Al 12 maggio (aggiornamento ore 12.12) risultano consegnate 27.429.090 dosi, il 36% di quelle previste per il 1° semestre 2021. In dettaglio:
A un mese e mezzo dalla fine del semestre devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal Piano vaccinale. “Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – spiega Cartabellotta – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo ‘briciole’ e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’EMA. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente”.
Vaccini: somministrazioni. Al 12 maggio (aggiornamento ore 12.12), il 29,2% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 17.413.508) e il 13% ha completato il ciclo vaccinale (n. 7.725.554), con importanti differenze regionali: dal 32,7% di vaccinati con almeno una dose della Provincia Autonoma di Trento al 24,6% della Sicilia (figura5). Aumentano le somministrazioni settimanali (+8,5%), ma in maniera minore rispetto alla settimana precedente (figura 6), con una media mobile a 7 giorni che si attesta intorno a 465 mila somministrazioni al giorno (figura 7).
“Il mancato sprint della campagna vaccinale – precisa Gili – è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca, le cui scorte ‘in frigo’ oscillano dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia (figura8). Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età”.
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Il 68%degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%. Si rilevano notevoli differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69, a fronte di un rilevante impatto sulle ospedalizzazioni, è ancora molto indietro. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.403.495 (77%) hanno completato il ciclo vaccinale e 576.609 (13%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 9).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 1.081.772 (18,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.338.076 (55,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 903.125 (12,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.811.161 (38,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Soggetti fragili e loro caregiver: a questa categoria sono state somministrate 4.751.094 dosi.
Ribaltando la prospettiva, ovvero guardando alla percentuale di popolazione che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, la copertura degli over 60 è complessivamente insufficiente. Infatti, se solo il 9,9% degli over 80 (n. 439.599) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 25,9% della fascia 70-79 (n. 1.548.525) e al 49,6% per quella 60-69 anni (n. 3.650.078). In altri termini, oltre 5,6 milioni di persone a rischio elevato di ospedalizzazione sono ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale.
“A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla 1a dose – continua il Presidente – da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno ‘costretto’ ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA”.
Considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, occorre integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale.
“La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla – conclude Cartabellotta – richiede infine una revisione dell’algoritmo delle Regioni “a colori”, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo infatti in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro Governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni”.
Per tali ragioni, la Fondazione GIMBE suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente a un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal DPCM 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il “peso” dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali.
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Figura 8
Figura 9
Figura 10
Figura 11
Tabella – Indicatori regionali: settimana 5-11 maggio 2021