Roma, 24 aprile 2020 – “A che punto sono le linee guida per la riapertura degli studi odontoiatrici? Abbiamo un tavolo interno, composto da numerosissimi esperti, tra cui i presidenti regionali delle CAO più interessate alla questione Coronavirus, cioè di quelle zone rosse inizialmente più colpite, ma anche numerosi tecnici, specialisti di medicina del lavoro, microbiologi, virologi e ovviamente odontoiatri, che stanno portando il contributo della loro esperienza. Stiamo lavorando alacremente, siamo già al terzo incontro nelle ultime settimane e stiamo definendo il documento finale, che sarà pronto entro pochissimi giorni”. Così Raffaele Iandolo, presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, in un’intervista rilasciata via Skype all’agenzia Dire.
L’odontoiatria è uno dei settori forse più a rischio, perché la saliva può avere un ruolo fondamentale nella trasmissione del virus da uomo a uomo. Allora come pensate di riorganizzare gli studi in totale sicurezza? Quali caratteristiche dovranno avere?
“In effetti il grande problema è nella modalità di contagio – risponde Iandolo – e la principale è proprio quella attraverso le famose ‘goccioline’ che talvolta possono rimanere sospese nell’aria. La produzione di aerosol nel nostro lavoro è abbastanza frequente e ovviamente moltiplica le occasioni di contagio. Per questo stiamo pensando di mettere in atto tutte quelle misure che servono per proteggere da un lato il paziente e dall’altro tutto il personale di studio. Stiamo per esempio cercando delle modalità per identificare al meglio il paziente attraverso un triage sia telefonico sia svolto direttamente in studio. L’organizzazione dello studio dovrà essere sicuramente essere modificata, ma con piccoli cambiamenti avremo sicuramente dei grossi benefici per quanto riguarda la protezione nei confronti del contagio”.
Cosa non dovrà proprio mancare negli studi, pensiamo per esempio a nebulizzatori che igienizzino l’aria…
“La cosa principale è mantenere le distanze, perché al di fuori degli ambienti operativi sarà possibile farlo – risponde il presidente della CAO – poi sarà sicuramente necessario cambiare ripetutamente l’aria all’interno degli ambienti operativi, quindi tra un paziente e l’altro, e bisognerà distanziare tra di loro anche gli appuntamenti. Ma soprattutto quello che non dovrà mancare in tutti gli studi saranno i dispositivi di protezione individuale, quindi soprattutto mascherine, camici, cuffie, occhiali o visiere protettive per isolarsi rispetto alla classica modalità di trasmissione del virus”.
Si parla anche di kit usa e getta per ogni paziente, con la possibilità che ogni volta dovrà esserci una nuova vestitizione per i dentisti. Aumenteranno i costi per mandare avanti uno studio?
“Ci saranno sicuramente delle modalità di vestizione, ma soprattutto di svestizione per quanto riguarda la parte più critica, che spesso è fonte di contagio – fa sapere Iandolo – Sicuramente avremo molto più monouso, con un aumento indubbiamente di costi che noi cercheremo contenere il più possibile, approvvigionandoci di dispositivi di protezione individuale al costo più basso possibile. Al momento questa è un’impresa piuttosto difficile, in quanto l’emergenza Covid-19 ormai è mondiale, quindi ci sono alcuni Stati, come gli Stati Uniti, che di fatto hanno chiuso i loro mercati creando un rialzo notevole dei costi a livello internazionale. Ci sarà, almeno speriamo, un piccolo rialzo dei costi di gestione e anche una modifica notevole dell’organizzazione degli studi”.
Se tra una visita e l’altra il dentista dovrà cambiare dispositivi di protezione individuale e igienizzare l’aria, necessariamente dovrà diminuire il numero delle visite.
“Sicuramente, come accennavo prima l’organizzazione dovrà cambiare e gli appuntamenti dovranno essere intervallati tra di loro. Dovremo abituarci a sale d’attesa con pochissimi pazienti ad attendere e che rispettino le distanze di sicurezza che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi”.
C’è il rischio, secondo lei, che molti studi siano costretti a chiudere?
“Non credo che si arriverà a questo, ma si arriverà senz’altro a un ridimensionamento – dice Iandolo – la crisi economica che ci apprestiamo a vivere, una volta tornati a lavorare, comporterà una diminuzione dell’afflusso dei pazienti. Bisogna anche tener conto che la professione odontoiatrica è libera al 95% e gran parte della spesa è ‘out of pocket’, cioè al di fuori del Servizio sanitario nazionale. Questo sicuramente peserà sulle tasche degli italiani, soprattutto perché ci apprestiamo a vivere una crisi economica abbastanza pesante a livello nazionale, almeno stando alle previsioni”.
Sull’eventuale acquisto di nuove apparecchiature igienizzanti per gli studi odontoiatrici, infine, Iandolo fa un appello ai suoi colleghi: “Bisogna aspettare le nuove linee guida e diffidare di tutto ciò che non è attendibile dal punto di vista scientifico. Per cui cerchiamo di evitare di fare acquisti incauti dei quali poi potremmo pentirci, se non c’è una validazione scientifica. Invito i colleghi – conclude – a non procedere all’acquisto di nuove apparecchiature”.