Siracusa, 21 febbraio 2020 – I medici siracusani hanno risposto con grande interesse all’invito formulato, nei giorni scorsi, dal presidente dell’Ordine, Anselmo Madeddu e dal Consiglio, per un incontro operativo al fine di seguire strategie standardizzate per affrontare al meglio e senza strascichi mediatici eventuali o sospetti casi di pazienti contagiati dal Coronavirus.
Il presidente dell’Ordine è stato chiaro e lineare, per non dare spazio a timori collettivi o a panico di massa, bisogna agire seguendo protocolli, già delineati dal Ministero e affinabili strada facendo o sul campo, e stabilire chi fa cosa, come e quando. Attivando, cioè, quel sistema di rete, che di recente anche nel distretto sanitario siracusano ha dato prova di efficienza, affrontando egregiamente il sospetto caso di Coronavirus registratosi all’ospedale Umberto I, con esito negativo del tampone naso-faringeo eseguito sull’uomo di origini cinesi, recatosi al pronto soccorso perché presentava una tosse persistente.
Durante l’incontro nella sede dell’Ordine, i camici bianchi, in particolare i medici di famiglia, chiamati a svolgere un’azione di front-office e primo screening, quindi perno dell’avvio della macchina dell’assistenza al paziente sospettato di aver contratto il virus, hanno mostrato grande partecipazione, ponendo i più disparati quesiti agli esperti epidemiologi, tra cui il presidente stesso, affiancato da Lia Contrino e Antonella Franco, rispettivamente epidemiologa e infettivologia, e dall’esperto di medicina di base, Giovanni Barone.
Tra le linee guida emerse, innanzitutto, un’approfondita analisi della sintomatologia e una propedeutica investigazione su eventuali viaggi in zone a rischio fatti dal paziente o dai suoi contatti. Nel corso del dibattito i medici hanno avuto chiarimenti dettagliati sull’iter da seguire, ricevendo tutte le delucidazioni del caso.
Gli esperti si sono detti piuttosto ottimisti, senza negare che è importante, in questi casi, in cui si rischia di ritornare ai tempi di manzoniana memoria della “caccia agli untori”, curare l’aspetto “emotivo- psicologico” nel prendere in carico i casi sospetti.
L’approfondimento dei medici non si fermerà all’appuntamento dei giorni scorsi, anzi saranno sempre in costante contatto per aggiornarsi reciprocamente e ottimizzare il metodo, tenendo conto delle peculiarità territoriali.
Tra i consigli alla popolazione, anche quello di non cambiare il proprio atteggiamento nei confronti delle persone di origine asiatica, contribuendo per timori da sfatare alla loro discriminazione sociale e alla crisi delle attività commerciali, che vengono desertificate.