Roma, 17 aprile 2020 – Dopo la dura presa di posizione degli infermieri Nursing Up che hanno reso noto il “Preavviso dello stato di mobilitazione” attraverso una lettera a Conte, ministri e Regioni, arriva la risposta del viceministro Pierpaolo Sileri.
“Mi rivolgo al sindacato degli infermieri italiani Nursing Up – si legge nella nota – che hanno preannunciato uno stato di mobilitazione: come voi stessi avete riconosciuto siamo ancora nell’emergenza e la situazione è grave, c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Ascolto le vostre istanze e cercherò di dare un contributo affinché siano risolte, ma questo non è il momento della rottura, c’è bisogno dell’aiuto di tutti noi”.
Ancora un appello fatto di parole e retorica, da cui emerge che non c’è nessuna assunzione di responsabilità fattiva, con date alla mano e scadenze da rispettare per concordare come affrontare la crisi.
Sileri conclude il suo comunicato rimandando, come al solito, a un non meglio identificato tempo futuro. “E sarò il primo – promette – come sto già facendo anche in supporto dei colleghi medici, a recepire le richieste degli operatori della sanità”.
Ecco appunto, gentile viceministro, il riferimento non ci pare adeguato. Sì, perché vede bene che siamo noi infermieri a guadagnare 1400 euro al mese, non i medici. E siamo sempre noi a fare gli straordinari obbligatori, non i medici. Siamo noi ad avere indennità notturne di 2,74 euro, non i medici. Siamo sempre noi a non avere la contrattazione separata, non i medici. Ma l’elenco sarebbe lungo. Ora vogliamo concretezza: gli infermieri svolgono il loro mandato testa bassa e lo stesso chiediamo al governo di fare, perché del senno di poi son piene le fosse.
Ribadiamo che il focus è dare corso alle tante parole di cui è facile riempirsi la bocca davanti alle telecamere o sui giornali. Ora gli infermieri italiani sono stanchi del vuoto istituzionale e dei complimenti inutili. In queste ore le Regioni stanno procedendo in ordine sparso al riconoscimento del loro valore con mance che vanno dalle 350 alle 1.000 euro, mentre ciò che serve è una misura strutturale permanente.
“Gentile viceministro, ci fa piacere leggere della sua pubblica disponibilità a dare riscontri positivi rispetto al nostro ahimè nutrito elenco di doglianze. Ciò nonostante – risponde in una nota il presidente Nursing Up Antonio De Palma – sono certo che ciò che lei asserisce valga anche per gli infermieri da noi rappresentati, dispiace però che il feedback avvenga subito dopo averle trasmesso il nostro preavviso di mobilitazione”.
A questo punto avvertiamo l’esigenza di un confronto necessario e doveroso, se si vuole andare oltre le buone intenzioni e riconoscere una volta per tutte le richieste da noi specificate nella lettera del 15 aprile. Purtroppo allo stato nessuna prova concreta di dare corso alle promesse fatte agli infermieri è stata approntata.
“Comprendiamo che gli enormi impegni del momento limitino il tempo a sua disposizione – prosegue De Palma – ma ci aspettiamo che i problemi degli infermieri italiani e degli altri operatori sanitari, oggetto delle nostre denunce, anche in qualità di acclamati protagonisti (eroi, non ci piace) di questa drammatica emergenza, trovino collocazione effettiva nel tempo che deciderà di dedicarci con urgenza per dar seguito ad azioni concrete. Non solo per gli operatori sanitari che lo chiedono, ma anche per il superiore interesse di cittadini e intero sistema salute”.
Dopo i decessi di oltre 30 colleghi, da oggi il sito Nursing Up sarà listato a lutto, in onore e memoria degli infermieri, dei medici e gli altri operatori sanitari che ci hanno lasciati combattendo contro questo terribile nemico invisibile.
“Il nostro preavviso di mobilitazione è sacrosanto e doveroso – conclude il presidente Nursing Up – qui è in gioco la vita dei professionisti che, se mai fosse necessario stigmatizzarlo, ha lo stesso peso di qualunque altra. Nessuno dovrebbe perire a causa di disfunzioni del sistema e noi siamo determinati, se ci costringerete a farlo, a combattere con tutti gli strumenti che il nostro ordinamento ci consente”.