Roma, 20 febbraio 2020 – Per evitare problematiche in alcune regioni italiane come la Toscana, dove la mobilità dei cittadini cinesi è elevata, gli oculisti di AIMO chiedono “di rafforzare i controlli nelle aree di afflusso dalla Cina e dalle altre zone a rischio per il Coronavirus” e che “un’unità di crisi valuti giorno per giorno l’evolversi della situazione, adottando le misure che saranno necessarie”.
Secondo il presidente dell’Associazione italiana dei medici oculisti, Luca Menabuoni, è “importante avere un’adeguata conoscenza del problema – sottolinea- per evitare che misure sanitarie inadeguate possano portare a situazioni incontrollabili. Il problema esiste e non va sottovalutato”.
Come è noto, è stato un oftalmologo di Wuhan, il dottor Li Wenliang, a lanciare per primo l’allarme sul Coronavirus, ma “non è stato ascoltato dalle autorità cinesi – aggiunge Menabuoni – pagando con la vita la sua abnegazione, dopo aver contratto il Coronavirus”. Per questo AIMO, come società oftalmologica, senza diffondere “inutili allarmismi” vuole però richiamare le autorità politiche “a non sottovalutare la situazione, adottando misure che tutelino la cittadinanza”.
Il problema, sottolinea la società di oculisti, è “reale, come indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e sottolineato da eminenti virologi e farmacologi italiani”. Nel mondo, intanto, sono state segnalate “più di 80mila infezioni da Coronavirus e 2128 persone sono morte, tra cui diversi medici dediti alla cura dello stesso – ricorda il presidente Menabuoni – Dieci persone sono morte al di fuori della Cina continentale: nelle Filippine, a Hong Kong, in Giappone, in Francia, a Taiwan e in Iran. Queste cifre, tuttavia, non forniscono un quadro completo. Il numero di casi passati inosservati probabilmente è elevato. Si presume che vi siano più casi e più decessi di quelli che sono stati segnalati. Sono stati confermati contagi da Coronavirus in circa 30 Paesi, mentre in Europa sono stati segnalati casi in Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Finlandia, Svezia, Spagna, Russia e Belgio”.
AIMO ricorda poi che lo scorso 30 gennaio l’OMS ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale per il Coronavirus, con una decisione volta a “rafforzare il coordinamento internazionale, garantire lo scambio trasparente di informazioni, generare ulteriori mezzi per la preparazione e la lotta all’epidemia, rallentarne la diffusione e attenuarne gli effetti”, concludono gli oculisti.