Prof. Gianfranco Parati, Direttore Scientifico di Auxologico, Direttore del Dipartimento Cardio-Neuro-Metabolico di Auxologico San Luca e Professore di Medicina Cardiovascolare, Università degli Studi Milano-Bicocca: “I farmaci per l’ipertensione sono farmaci salvavita, che hanno dimostrato negli ultimi decenni di essere in grado di ridurre significativamente il rischio di complicanze cardiovascolari e sistemiche gravi, quali ictus cerebrale, infarto miocardico, scompenso cardiaco e insufficienza renale. Non bisogna quindi mai modificare (o peggio ancora sospendere) una terapia”
Milano, 31 marzo 2020 – In questi giorni si stanno diffondendo in maniera incontrollata notizie potenzialmente pericolose (e non verificate) per la gestione della salute di chi soffre di problemi cardiovascolari, che affermano un collegamento tra l’infezione da coronavirus e l’assunzione di particolari farmaci per il cuore, in particolare per il trattamento dell’ipertensione arteriosa.
Il prof. Gianfranco Parati, Direttore Scientifico di Auxologico, Direttore del Dipartimento Cardio-Neuro-Metabolico di Auxologico San Luca e Professore di Medicina Cardiovascolare, Università degli Studi Milano-Bicocca, ha fatto chiarezza per evitare allarmismi e presenta le linee guida che ha preparato per l’Organizzazione Mondiale contro l’Ipertensione: indirizzate ai medici e a pazienti affetti da ipertensione, contengono raccomandazioni specifiche.
Perché è nato questo allarmismo su coronavirus e farmaci anti-ipertensivi?
Non sappiamo molto del coronavirus, che ha meccanismi di interazione molto complessi: quindi ogni affermazione va fatta con molta cautela e solo sulla base di dati scientifici. Quello che sappiamo al momento è che il coronavirus si serve di particolari recettori, chiamati ACE2, che sono coinvolti anche in meccanismi di regolazione cardio-vascolare. Anche i farmaci per l’ipertensione agiscono sul recettore ACE2.
Un recettore è una particolare proteina che si lega con un fattore specifico. Questo legame provoca una variazione di conformazione del recettore stesso, che a sua volta scatena una risposta cellulare o un effetto biologico. Il recettore funziona come un interruttore, che si attiva solo in presenza di fattori specifici.
Da qui è nato il malinteso. Al momento infatti l’evidenza dell’esistenza di questo recettore non si accompagna ad alcuna evidenza che i farmaci per l’ipertensione abbiano una qualche interazione con l’infezione, né se un’eventuale interazione possa essere positiva o invece addirittura protettiva per il paziente. Stiamo studiando il problema, data la sua rilevanza, e speriamo che presto la ricerca ci dia risposte scientificamente valide a cui attenerci.
Perché non bisogna sospendere la terapia
Ad oggi dunque non c’è nessuna indicazione per modificare una terapia di questo tipo, in particolare nel caso di terapia a base di ACE inibitori o antagonisti dei recettori dell’angiotensina II (i cosiddetti “sartani”), mentre ci sono dati molto chiari e forti sulla pericolosità di sospendere questi farmaci, in assenza di una motivazione specifica individuata dal proprio medico.
Quello che sappiamo con certezza infatti è che i farmaci per l’ipertensione sono farmaci salvavita, che hanno dimostrato negli ultimi decenni di essere in grado di ridurre significativamente il rischio di complicanze cardiovascolari e sistemiche gravi, quali ictus cerebrale, infarto miocardico, scompenso cardiaco e insufficienza renale. Sono quindi farmaci che aiutano a proteggere il cuore, i reni, il cervello…
Non bisogna quindi mai modificare (o peggio ancora sospendere) una terapia efficace con questi farmaci, se non in casi particolari e solo in totale accordo con il medico curante, quando si presentino controindicazioni o motivazioni cliniche specifiche.
Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa
Qui di seguito, le linee guida dell’Organizzazione mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa scritte dal Prof. Gianfranco Parati, che di questa Organizzazione è Segretario Generale. Queste indicazioni internazionali sono indirizzate ai medici e a pazienti affetti da ipertensione: contengono raccomandazioni specifiche per le persone con ipertensione nella prevenzione dell’infezione da coronavirus.
- Non sospendere la terapia. Continua ad assumere i farmaci per l’ipertensione arteriosa come prescritto dal tuo medico curante.
- Misura la pressione. Se possibile, misura la pressione arteriosa a casa. Potrebbe diventare leggermente più bassa o più alta del solito, ma non modificare il trattamento senza prima parlare con il medico o con il centro per l’ipertensione di riferimento. Va ricordato che una pressione arteriosa bassa può derivare da una scarsa idratazione – vedi il punto successivo
- Resta idratato. Mantieni un’adeguata idratazione: Molti soggetti, in particolare gli adulti più anziani, non assumono una quantità di liquidi adeguata. Utile preparare uno schema sul calendario per essere sicuri di assumere una quantità sufficiente di liquidi tutti i giorni.
- Fai attività fisica anche a casa. Poiché molti di noi trascorreranno più tempo a casa per ridurre al minimo l’esposizione al virus, è probabile che si ridurrà anche l’attività fisica. Se possibile, trovare il modo di fare esercizi e di aumentare il livello di attività fisica al proprio domicilio. Un’altra soluzione: andare a fare passeggiate fuori casa, se consentito, purché venga mantenuta la distanza sociale. Fare esercizio fisico è un’attività salutare e può persino migliorare il tono dell’umore durante i periodi difficili come quello attuale.
Soggetti con ipertensione ad alto rischio
Alcune soggetti con ipertensione presentano un rischio particolarmente elevato di complicanze dell’ipertensione nonché dell’influenza COVID-19. Le seguenti situazioni richiedono un’attenzione speciale. Soggetti anziani (oltre 60 anni) hanno un aumentato rischio di esiti sfavorevoli sia per l’influenza COVID-19 sia per la loro ipertensione arteriosa. Occorre prestare particolare attenzione nell’osservare le nostre raccomandazioni. Non esitare a chiedere assistenza medica se si sviluppino sintomi.
Patologie cardiovascolari precedenti
Una precedente patologia cardiaca, ictus o malattia renale: fare attenzione ad assumere tutti i farmaci prescritti, seguire tutte le raccomandazioni già fornite e essere preparato – se necessario – a cercare attivamente assistenza medica.
Diabete e dislipidemie
Diabete e colesterolo alto (dislipidemie): le persone con ipertensione frequentemente hanno diabete e colesterolo anormale. È molto importante continuare ad assumere tutti i farmaci prescritti e seguire tutte le nostre raccomandazioni generali, inclusa quelle per una corretta idratazione e per adeguata attività fisica, per contrastare l’aumento del rischio di influenza COVID-19 e le complicanze cardiache. In caso di diabete, leggere anche le istruzioni speciali fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per i pazienti con diabete.
Broncopneumopatia ostruttiva (BPCO) e disturbi respiratori
Broncopneumopatia ostruttiva cronica (BPCO), asma, fumatori ed ex -fumatori: i soggetti con queste condizioni sono tutti predisposti ad una particolare vulnerabilità a COVID-19 e alle complicanze dell’ipertensione. Occorre essere molto attenti ai propri sintomi, in particolare al peggioramento dei sintomi polmonari – difficoltà di respiro/tosse – e in tal caso cercare rapidamente assistenza medica.