Il monitoraggio della Fondazione GIMBE conferma, nella settimana 10-16 marzo, tutti i numeri in aumento: nuovi casi +8,3%, ricoverati con sintomi +16,5% e terapie intensive +18,1%. In un mese quasi raddoppiato il numero medio dei nuovi ingressi/die in terapia intensiva. Vaccini: a 2 settimane dalla fine del trimestre, non ancora consegnate quasi la metà delle dosi previste. Caos AstraZeneca: oltre ai rallentamenti nelle somministrazioni, rischio effetto boomerang figlio di una comunicazione istituzionale inadeguata e di una decisione più politica che scientifica
Bologna, 18 marzo 2021 – Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 10-16 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (157.677 vs 145.659) (figura 1) e dei decessi (2.522 vs 2.191) (figura 2). Continuano a salire i casi attualmente positivi (536.115 vs 478.883), le persone in isolamento domiciliare (506.761 vs 453.734), i ricoveri con sintomi (26.098 vs 22.393) e le terapie intensive (3.256 vs 2.756) (figura 3).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
- Decessi: 2.522 (+15,1%)
- Terapia intensiva: +500 (+18,1%)
- Ricoverati con sintomi: +3.705 (+16,5%)
- Isolamento domiciliare: +53.027 (11,7%)
- Nuovi casi: 157.677 (+8,3%)
- Casi attualmente positivi: +57.232 (+12%)
“L’ulteriore incremento dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57 mila unità”. Rispetto alla settimana precedente, i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti crescono in 16 Regioni e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (tabella).
L’aumento dei casi attualmente positivi si riflette sulle curve relative ai servizi ospedalieri: l’occupazione dei posti letto di area medica da parte di pazienti Covid supera in 9 Regioni la soglia di allerta (>40%). Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera il 30% in 13 Regioni: in particolare, in 5 Regioni (Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise) è ≥ 40% e in altre 5 è ≥ 50% (Emilia-Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Prov. autonoma di Trento) (figura 5).
“Il sovraccarico ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid”.
“A preoccupare – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260” (figura 5).
Vaccini: forniture. Delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 17 marzo (aggiornamento ore 6.01) risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste. In dettaglio:
“Visto che per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo – commenta Cartabellotta – rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, l’Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi”.
Vaccini: somministrazioni. Al 17 marzo (aggiornamento ore 6.01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone (3,6% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle D’Aosta (figura 6). Purtroppo, l’accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane ha subìto un’inevitabile battuta d’arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca, in attesa del parere definitivo dell’European Medicines Agency atteso per oggi.
“A seguito di questo increscioso episodio – commenta Cartabellotta – al di là dei tempi organizzativi per ripartire, non è possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, né l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva più politica che scientifica”.
Nel frattempo, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over80, 1.258.139 (28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (figura 7).
“Numeri in crescita – commenta Gili – ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di età più colpita dalla Covid-19”.
“Tre ragionevoli certezze – conclude Cartabellotta – documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata è ripartita da un ‘altopiano’ determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?”.
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Tabella – Indicatori regionali: settimana 10-16 marzo 2021