Controllo dell’asma in età pediatrica. 6 domande per capire se il bambino è a rischio di un attacco asmatico

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Roma, 16 maggio 2018 – L’asma colpisce il 12% dei bambini e il 14% degli adolescenti, ma troppe volte non è controllata e molto spesso i genitori non ne sono consapevoli. Timori (spesso ingiustificati) degli effetti collaterali dei farmaci, interruzioni del trattamento senza consultare il medico, mancato riconoscimento dei sintomi ed errori nella somministrazione della terapia (anche dovute alla mancata corretta comunicazione tra medico e paziente) sono le principali cause dello scarso controllo dell’asma pediatrico.

Un caso a parte sono i bambini molto piccoli (0-4 anni) nei quali l’asma è addirittura sotto-diagnosticata a causa della ricorrente frequenza di infezioni respiratorie che possono esercitare un ruolo confondente.
Le conseguenze di tutto ciò? Riacutizzazioni, evoluzione verso la cronicità, alterata qualità della vita, rischi per la salute,maggior ricorso a farmaci di soccorso e più costi per la sanità pubblica.

Se ne parlerà al Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) che si terrà dal 17 al 19 maggio a Milano durante il quale saranno presentati i risultati preliminari dello studio SIAIP “ControL’Asma”, il primo tutto italiano, sul controllo dell’asma in età pediatrica, condotto su 13 centri allergologici.

“Da questo studio è emerso che nel 55% dei bambini asmatici l’asma non è controllata o è solo parzialmente controllata”, spiega Mariangela Tosca, Consigliere della SIAIP e Responsabile U.O.S.D. Centro Allergologico, Istituto Gaslini di Genova.

Il fenomeno non è solo italiano. La letteratura scientifica internazionale ha messo in luce dati simili in Europa come negli Usa. Una recente survey condotta negli Stati Uniti (ha rilevato che lo scarso controllo dell’asma riguarda il 47% dei bambini tra 0 e 4 anni, il 38 % tra 5 e 11 anni e il 34,8% nella fascia 12-17 anni.

La scarsa aderenza alla terapia può dipendere da varie ragioni.“Una di queste – aggiunge Mariangela Tosca – è la paura degli effetti collaterali dei farmaci ed in particolare la preoccupazione dei genitori che i cortisonici somministrati per via inalatoria possano influire negativamente sulla crescita dei bambini. E’stato dimostrato che gli effetti collaterali di questi farmaci possono manifestarsi quando si somministrano continue ed alte dosi di terapia, ad esempio nei casi di asma grave. Se i cortisonici vengono prescritti e somministrati alla “dose minima efficace” e per il tempo necessario (che potrebbe essere anche prolungato), i loro benefici superano i potenziali effetti collaterali perché riducono i rischi associati ad un’asma poco controllata”, prosegue Mariangela Tosca.

Non va dimenticato, infatti, che il ripetersi degli episodi acuti di asma e la persistenza dell’infiammazione delle vie aeree provocano nel tempo una progressiva perdita della funzionalità polmonare, che può diventare irreversibile.

Raramente – ma purtroppo accade – gli attacchi acuti possono essere di tale gravità da mettere a rischio la vita del bambino. Inoltre lo scarso controllo dell’asma dà luogo a riacutizzazioni della malattia, con conseguente assunzione di cortisonici sistemici (ben più tossici), ricorso a visite mediche non programmate, accessi ai PS, assenze lavorative dei genitori.

“I nostri figli giocano, fanno sport, si muovono in continuazione e hanno in genere una scarsa consapevolezza dei loro limiti, per cui spesso sottostimano o non percepiscono i segni premonitori dell’attacco asmatico se non quando è in atto – spiega Marzia Duse, Presidente SIAIP – Hanno sempre fretta e sono restii e poco inclini a sottostare a terapie quotidiane, soprattutto se richiedono collaborazione: sono tutti ingredienti che favoriscono le recidive di asma ma che non vanno contrastate con il facile ripiego di limitare le loro attività, anzi! Ogni sport, gioco attivo e impegno atletico/fisico va promosso e implementato”.

“Per questo la SIAIP – conclude Marzia Duse – propone questo semplice questionario, redatto sulla scorta delle principali linee guida internazionali,che potrà guidare i genitori a riconoscere le “bandierine rosse” che segnano il rischio di una ricaduta e che consente di intervenire precocemente mantenendo il controllo dell’asma e migliorandone l’evoluzione. Il tutto nella consapevolezza che ogni strumento che consente di controllare l’asma nel bambino si traduce in una prevenzione delle broncopneumopatie dell’adulto”.

Il QUIZ PER I GENITORI

Le 6 domande da farsi per capire se l’asma è sotto controllo

  1. Quante volte il tuo bambino ha avuto sintomi asmatici nell’ultimo mese?
    Respiro sibilante, tosse e affanno sono i tipici sintomi dell’asma: sesi sono presentati più di due volte a settimana nelle ultime 4 settimane può voler dire che l’asma non è ben controllata.
  2. Ha frequenti risvegli notturni?
    I risvegli notturni dovuti a sintomi asmatici rappresentano una sorta di aggravamento dell’asma, infatti il bambino a riposo non dovrebbe avere alcun sintomo. Se ha presentato risvegli notturni nelle ultime 4 settimane può significare che l’asma non è ben controllata.
  3. Quante volte hai avuto necessità di somministrare a tuo figlio broncodilatatori?
    Lo scarso controllo dell’asma è caratterizzato dall’aumentato ricorso ai “farmaci di soccorso” (ovvero broncodilatatori) per far fronte alle riacutizzazioni. Se hai somministrato a tuo figlio questi farmaci più di 2 volte alla settimana nelle ultime 4 settimane,fai attenzione: può significare che l’asma non è sotto controllo.
  4. Hai notato limitazioni delle normali attività a causa dell’asma (etc.)?
    Salire le scale, correre, svolgere un’attività fisica non dovrebbe affaticare il tuo bambino. Se durante uno sforzo normale si affanna e ha la tosse può vuol dire che l’asma non è ben controllato.
  5. Ti sei ricordato del controllo medico?
    Le ultime revisioni delle linee guida internazionali (GINA 2017) enfatizzano l’importanza di ottenere il controllo dell’asma, seguendo il paziente con regolari controlli, rivalutando in maniera accurata i sintomi, la funzionalità respiratoria, prevedendo il rischio di riacutizzazioni e modulando la necessità di farmaci al bisogno e della terapia di fondo. Non dimenticare i controlli che saranno indicati dal medico a seconda della gravità, delle eventuali riacutizzazioni e della necessità di rivedere i dosaggi, in base all’andamento dei sintomi.
  6. Hai seguito correttamente le terapie?
    Interrompere le terapie in maniera arbitraria, non usare il distanziatore, fare spruzzi troppo veloci senza dare al bambino il tempo di inalare correttamente il farmaco, sono errori frequentemente commessi dai genitori.

Bastano una o due risposte affermativa alle prime 4 domande per rientrare nell’asma parzialmente controllata, mentre si tratta di asma non controllata quando le risposte affermative sono 3 o 4.Gli ultimi due punti rappresentano pertanto delle raccomandazioni per evitare che ciò accada.

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