Firenze, 29 gennaio 2020 – “Lo SMI della Toscana ha accolto favorevolmente la smentita della ASL Centro ed auspica una fattiva collaborazione riguardo al mantenimento delle attività mediche nelle forme previste dal vigente Accordo Nazionale in quanto, da tempo, sono stati fatti tentativi per ridurne l’attività, sguarnendo il territorio di fondamentali presidi medici e aggravando, di conseguenza, la situazione delle strutture ospedaliere”, così Nicola Marini, segretario regionale del Sindacato Medici Italiani-SMI della Toscana sulle ipotesi di riduzione delle attività di Continuità Assistenziali circolate in questi giorni sui giornali e sui mezzi d’informazione toscani.
“Lo SMI intende da subito sostenere in tutte le sedi di discussione la necessità di definire quando prima la dotazione organica territoriale identificando il numero di medici necessario per assolvere ai ruoli di Assistenza Primaria e Continuità Assistenziale, perché funzioni collegate tra loro. L’attuale branca medica della Continuità Assistenziale in tutta la regione deve diventare pienamente una funzione territoriale integrata con il resto della Medicina Generale. Le sedi di Continuità Assistenziale dovranno essere comunque essere distribuite nel territorio in modo uniforme e mantenere il servizio per intero”.
“Il Sindacato Medici Italiani, anche in sede di discussione del rinnovo dell’accordo collettivo nazionale, porrà la necessità di salvaguardare le attività mediche di Continuità Assistenziale per tutelare il posto di lavoro di tanti colleghi e, allo stesso tempo, garantire h24 la salute dei cittadini toscani e di quelli di tutto il Paese” conclude Marini.