Bari, 23 settembre 2021 – “Quest’ultimo anno drammatico ci ha indicato che la tenuta e la risposta del SSN sono state dovute alla professionalità degli operatori sanitari e dei medici che non si sono tirati indietro, nonostante la condizione lavorativa precaria e la scarsità di personale. Per questo occorre, adesso, rimettere al centro dell’agenda politica il pieno sostegno alla medicina territorio e alla medicina generale con misure efficaci per rafforzarle e rilanciarle”, così Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del SMI in una dichiarazione in vista della partecipazione al Congresso nazionale della SIICP che si svolge oggi a Bari.
“Da tempo abbiamo denunciato i nodi da sciogliere per rimuovere i tanti ostacoli e investire sul serio sulla salute degli italiani. In questo senso il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) può essere un’occasione, ma non tutte le sue proposte ci convincono. Le cosiddette “Casa della Comunità, infatti, che si qualificano quale punto di riferimento della medicina di prossimità e che entro il 2026 dovrebbe essere una per ogni 24.500 abitanti non ci convincono e contengono molti punti oscuri.
Questo modello organizzativo, che coinvolge l’assistenza primaria, ha molte criticità in quanto nei prossimi anni i medici dell’assistenza primaria verranno notevolmente a mancare a causa del loro progressivo pensionamento e dell’impossibilità d’immissione al lavoro di giovani medici per il cosiddetto imbuto formativo.
Allo stesso tempo non è chiaro nel PNRR se la proposta della Casa di Comunità sia sostitutiva dell’offerta sanitaria di oggi oppure complementare. Nel merito ci chiediamo se i medici di medicina generale saranno autonomi nei loro studi medici o dovranno per forza dipendere dalle Case di Comunità? Il rapporto di lavoro rimarrà quello convenzionato oppure si passerà a un rapporto di tipo dipendente? Sono domande a cui il PNRR non risponde”.
“Abbiamo da tempo, invece, sostenuto in tutte le sedi pubbliche, con i ministri competenti, nelle audizioni parlamentari, la necessità di risolvere l’imbuto formativo con l’istituzione del Corso di Medicina Generale in Specializzazione per permettere ai giovani medici l’immissione nella professione e rafforzare la medicina generale.
Auspichiamo, inoltre, che il PNRR punti a misure finalizzate al riconoscimento dell’infortunio sul lavoro per i medici di medicina generale a seguito di contagio da Covid. Restiamo esterrefatti dinnanzi al fatto che ancora oggi i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e altri professionisti medici, che sono stati contagiati e morti nel corso della pandemia da coronavirus, non siano coperti dall’assicurazione Inail in caso di decesso.
Siamo convinti che le risorse del PNRR non siano ancora sufficienti a fronte dei circa 40 miliardi di euro di tagli alla sanità dal 2010 al 2019. Se non vi sarà una vera inversione di tendenza nelle scelte politiche nazionali non potremmo né assicurare l’universalità all’accesso del nostro Servizio Sanitario Nazionale, né il diritto alla salute ai cittadini”, conclude Abbaticchio.