Roma, 13 ottobre 2023 – “Il Congresso Nazionale Quadri Dirigenti del Nursing Up ha ribadito che gli infermieri e gli altri professionisti dell’assistenza non intendono arretrare di un solo millimetro sulle proprie legittime posizioni e chiedono finalmente una radicale valorizzazione economico-contrattuale che la politica ha il dovere di non procrastinare ulteriormente, dal momento che in ballo non c’è solo il futuro dei professionisti dell’area non medica dove, gli infermieri, da soli, rappresentano oltre la metà del comparto sanitario, ma soprattutto in gioco c’è più che mai la stabilità della tutela della salute della collettività”. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up alla platea.
Never Give Up, “Non Mollare Mai”, è il messaggio che è risuonato forte come non mai durante il Congresso che si è svolto oggi a Roma, nello scenario dello Sheraton Park Hotel De Medici. A tenere nelle proprie mani le redini del filo conduttore di una giornata che è stata caratterizzata da concrete analisi e confronti non solo con dirigenti provenienti da tutta Italia, ma anche con esponenti politici di eccezione, tra i tanti il Sottosegretario alla Salute, on. Gemmato, e l’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ci ha pensato il leader e presidente Antonio De Palma, che non solo si è fatto da subito portavoce, dati alla mano, del clima di estrema preoccupazione legato al delicatissimo momento storico degli infermieri, ma soprattutto, ha presentato alla platea, uno studio con numeri e contenuti che giustificano quello che può essere definito, senza esagerazioni, l’ennesimo campanello di allarme, rispetto alla crisi di un sistema sanitario che non può più attendere per essere sanata.
I risultati dello studio targato Nursing Up: Voragine senza fondo, in Italia mancano 250mila professionisti
“Gli attuali riscontri dello studio presentato alla platea, sono in sintonia con il recente 18esimo Rapporto Crea Sanità, ma anche con i dati Eurostat 2020, che indicano un gap di ben 337 infermieri ogni 100mila abitanti rispetto agli standard europei (in Italia ce ne sono 626 rispetto ai 963 dei paesi Ue) – continua De Palma – Le stime dello studio, aggiornate ai dati dell’anno 2022 ultimi disponibili, che tengono conto anche di pensionamenti, PNRR, esigenze infermieri di famiglia, ed assunzioni intercorse in periodo Covid, mettono in evidenza che nel nostro Paese si parte da una carenza strutturale non inferiore ai 175.600 infermieri, se il confronto è con la media dei paesi Europei, per arrivare a non meno di 227,200, se il confronto si limita solo ai paesi dell’Unione Europea”.
“Peraltro, come è emerso chiaramente dal rapporto, il costante invecchiamento della popolazione aumenta e aumenterà a dismisura il fabbisogno di infermieri e renderà ancor più indispensabile il ruolo chiave per tutela della collettività da parte dei professionisti dell’assistenza, dentro e soprattutto fuori dalle realtà ospedaliere, giustificato dalle elevate competenze di cui i nostri professionisti sono legittimi titolari. La politica non può continuare a minimizzare le gravi carenze del nostro SSN che si abbattono come colpi di mannaia sul futuro dei professionisti della sanità e sulla tutela della salute della collettività”.
“Inutile girarci intorno, inutile perderci in chiacchiere improduttive. Solo un congruo e legittimo aumento di stipendio per infermieri, ostetriche e per gli altri professionisti dell’area non medica può arginare l’emorragia di infermieri in atto, tra fughe delle nostre migliori eccellenze all’estero e dimissioni volontarie. La professione infermieristica continua a essere tra quelle che offre maggiori sbocchi lavorativi in Italia, lo rivelano report autorevoli, soprattutto siamo e continueremo a essere capaci di formare professionisti di altissimo profilo, naturalmente ambitissimi all’estero”.
“E cosa invece succede? Ce li lasciamo scappare, permettiamo ad altri Paesi, con offerte che da noi sono pura utopia, di privarci delle fondamenta su cui ricostruire la sanità del presente e del futuro. A livello nazionale il calo degli iscritti al corso di laurea in Infermieristica ha raggiunto il 10,5%, passando dalle 25.539 domande dello scorso anno alle attuali 22.870 su 19.860 posti disponibili complessivi. Rispetto alla media annuale sugli ultimi 11 anni, i Laureati in infermieristica sono 11.436 sui 15.464 posti messi a bando, pari al 74%”.
“Ed è palese che, con i pensionamenti e i concorsi che finiscono praticamente deserti, a causa di offerte ritenute troppo spesso poco edificanti, rischiamo concretamente di perdere addirittura il 30% di infermieri nei prossimi tre anni”, conclude De Palma.