Il presidente SIMG Claudio Cricelli: “Il testo definisce e uniforma a livello nazionale i contenuti del corso triennale di formazione. I futuri medici devono saper utilizzare strumenti di organizzazione e diagnostica avanzata. Solo così può essere garantita la sostenibilità del sistema”
Firenze, 14 giugno 2019 – Un documento che definisce i cardini della medicina generale e su cui si deve basare la formazione triennale dei futuri professionisti. È il “Core Curriculum” della medicina di famiglia (conoscenze, competenze e attitudini necessarie per una buona pratica professionale) ed è stilato dalle associazioni che rappresentano la Medicina Generale: la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), che lo discuterà con la FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale).
“Il documento si fonda su tre cardini – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente SIMG – Innanzitutto, identifica i contenuti del corso triennale di formazione degli studenti di medicina generale. La nostra professione richiede conoscenze e competenze cliniche (per la prevenzione e presa in carico di tutta la popolazione, con particolare attenzione ai pazienti anziani, fragili e con patologie croniche), organizzative (con studi associati per far fronte alla domanda di salute di tutti i cittadini), e diagnostiche (con l’uso integrato di strumenti avanzati)”.
“In secondo luogo – continua il dott. Cricelli – il ‘core curriculum’ armonizza a livello nazionale i contenuti del corso di formazione. Lo studente formato in una Regione deve essere in grado di praticare la professione non solo in un’altra Regione ma in tutta Europa. Infatti, il ‘core curriculum’ rappresenta una sorta di passaporto, perché definisce competenze che sono proprie di ogni medico di famiglia in tutti i Paesi europei. Ed è dinamico, perché aperto ai cambiamenti e alle nuove sfide quotidiane di fronte a cui la professione ci pone”.
“Il terzo cardine del ‘core curriculum’ – afferma il dott. Cricelli – è costituito dagli strumenti, purtroppo ancora poco diffusi, che devono diventare lo standard di tutta la medicina generale. Questo processo include la ricerca scientifica, gli strumenti di management e organizzazione professionale e di conoscenza dei sistemi di sanità pubblica. Senza dimenticare gli strumenti diagnostici di primo livello. I medici di famiglia devono essere in grado di fare diagnosi molto avanzate, un tempo considerate proprie solo degli specialisti, spaziando dall’elettrocardiogramma, al doppler, all’ecografia addominale fino all’esame dell’occhio e dell’orecchio. La sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale può essere garantita solo dal trasferimento della presa in carico e della diagnostica avanzata alla medicina di famiglia, che ha tutte le competenze per farsene carico”.
Il Core Curriculum identifica inoltre i criteri e i requisiti dei formatori del Corso di Formazione in medicina generale, oggi mal definiti e scarsamente omogenei. “Occorrono qualità, esperienza e formazione particolari per insegnare ai futuri medici di medicina generale i fondamenti della professione – conclude il dott. Cricelli – Chiediamo un curriculum definito e criteri di selezione pubblici, trasparenti e rigorosi”.
Il documento, una volta condiviso, sarà presentato per una ampia discussione sulla Rivista della SIMG e nei Congressi della Medicina Generale del nostro Paese.