A cura del prof. Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia e Direttore Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia, AOU Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli
Le difficoltà derivate dalla pandemia Covid-19 lungo tutto l’anno 2020 hanno mostrato chiaramente la necessità di adeguare i processi di lavoro dei Neurologi alle attuali esigenze dei cittadini e alle notevoli innovazioni delle scienze biomediche, puntando sul rafforzamento dell’erogazione di prestazioni e servizi a distanza per mezzo delle nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali.
La stringente necessità di limitare il contagio ha ostacolato, talvolta anche in modo rilevante, l’erogazione in forma tradizionale di numerose prestazioni sanitarie, particolarmente a discapito dei pazienti affetti da patologie neurologiche croniche che necessitano di continuità assistenziale di medio e lungo periodo.
Ad aprile 2020 l’American Academy of Neurology ha pubblicato le raccomandazioni per l’implementazione dei servizi di Telemedicina, chiarendo la fattibilità dell’esame obiettivo neurologico in remoto, ma sottolineandone alcuni limiti: l’esame del fondo oculare, delle sensibilità, l’evocazione dei riflessi osteotendinei e alcune manovre (come la Dix-Hallpike) per la valutazione del sistema vestibolare.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità, il 13 aprile 2020, ha diffuso un documento sulle “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria COVID-19”. Questa situazione di indubbia criticità ha però rappresentato un significativo stimolo per favorire l’attivazione degli strumenti di sanità digitale al fine di rendere disponibile rapidamente un servizio sanitario più in linea con i tempi e le necessità sia individuali che dell’organizzazione.
Nel prossimo futuro l’esame obiettivo neurologico in remoto potrebbe essere ulteriormente implementato con l’eventuale uso di accelerometri (oramai sono presenti nella maggior parte dei comuni smartphone), che permetterebbero un esame più accurato della deambulazione, della postura e dell’equilibrio, di device che permettono di quantificare l’esperienza sensoriale o degli “in-home neuro kits”, con vision card, diapason, spilli e batuffoli di cotone, già in uso adesso per la valutazione della scala EDSS nella Sclerosi Multipla.
Altre possibilità future di monitoraggio in remoto delle persone affette da patologie neurologiche croniche sono rappresentate da scale per la valutazione dei Patient Reported Outcome (che possono essere completamente compilabili, in formato digitale, dai pazienti in autonomia), dal video-monitoraggio e da APP che permettono la valutazione a distanza anche di parametri cognitivi, quali la memoria episodica, la memoria procedurale e l’attenzione visiva.
Altri strumenti largamente utilizzati nella pratica clinica, potrebbero essere digitalizzati, validati nella versione online, e inseriti in web-platform per monitorare in remoto i pazienti, così come già avvenuto con successo nell’ambito delle Cefalee, per la MIDAS e la HIT-6. In questo ambito la SIN insieme alla SINDEM e alla SINP ha in programma di mettere a punto una versione digitale di esame neuropsicologico.
La Telemedicina risulta avere un ruolo fondamentale
anche per i pazienti che necessitano di riabilitazione. Anche in questo ambito,
la SIN sta collaborando con l’ISS per sviluppare specifici progetti
riabilitativi.
In conclusione, il Digitale applicato alla Neurologia non può che rappresentare un arricchimento, tendendo ad un paradigma di Sanità enhanced, interpretato non come mera sostituzione, ma nell’ottica della contemporaneizzazione. Harvey Fineberg, ex Preside della Harvard School of Public Health e ora Presidente dell’Istituto di Medicina, ha scritto della crescente promessa del Digitale lo scorso anno sul New England Journal of Medicine, descrivendo un sistema sanitario che potrebbe essere trasformato dall’intelligenza artificiale, robotica, bioinformatica, così come da altre acquisizioni tecnologiche.