Roma, 6 luglio 2023 – Superata a pieni voti la meticolosa ispezione dei valutatori dell’ente di certificazione internazionale Amequis. È il passo decisivo del processo di accreditamento per lo European Reference Network (ERN) eUROGEN, una rete internazionale di ricerca e cura delle patologie urogenitali rare e complesse, finanziata dalla Comunità Europea.
A darne la notizia è il Team Leader, il prof. Emilio Sacco, Responsabile dell’Unità di Urologia Robotica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Professore Associato di Urologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell’Università Cattolica, campus di Roma.
“Al momento siamo l’unico centro urologico in Italia – ricorda il prof. Sacco – ad aver affrontato questo complesso e rigoroso percorso, iniziato quattro mesi fa e culminato con la visita degli ispettori di Amequis, che ci hanno da poco comunicato l’esito positivo della loro valutazione. É un ulteriore prestigioso riconoscimento internazionale che premia l’impegno del nostro Policlinico nel trattamento multidisciplinare di patologie molto invalidanti, sia sul piano delle malattie rare (cistite interstiziale, diverticoli dell’uretra, stenosi dell’uretra femminile, patologie retroperitoneali rare e tumori urogenitali rari) che di quelle complesse (incontinenza urinaria maschile, fistole uro-genitali e uro-intestinali, stenosi dell’uretere)”.
Per i pazienti è spesso molto difficile trovare dei team multidisciplinari in grado di trattare le patologie urogenitali complesse; in questo caso ad essere ‘rara’ non è la patologia, ma l’équipe medica specializzata in queste patologie. Per questo è importante far conoscere l’esistenza dei centri di riferimento, in grado di effettuare interventi chirurgici ricostruttivi ad alta complessità e specializzazione.
“Al successo del processo di accreditamento per l’ERN eUROGEN – ricorda il prof. Sacco – hanno fortemente contribuito anche gli altri specialisti del team multidisciplinare: il prof. Marco Racioppi e il dott. Riccardo Bientinesi (Urologia), il dott. Carlo Gandi (Urologia), la dott.ssa Monia Marturano (Ginecologia), la dott.ssa Eleonora Gaetani (Gastroenterologia), il prof. Marco Rossi e il dott. Matteo Costanzi (Anestesia e Rianimazione), il prof. Roberto Iacovelli e la dott.ssa Chiara Ciccarese (Oncologia), oltre all’ing. Alberto Fiore (responsabile della UOS Qualità e Accreditamento)”.
I vantaggi di far parte di un ERN sono molteplici, sia sul piano clinico, che della ricerca. “Entrare a far parte di questo network europeo – spiega il prof. Sacco – ci permetterà di migliorare il servizio al paziente, con la strutturazione di un gruppo multidisciplinare dedicato a queste patologie che si riunirà periodicamente per discutere il trattamento dei casi più complessi. Inoltre, l’implementazione dei requisiti ERN è nel nostro Policlinico in perfetta sintonia con quella dei requisiti Joint Commission International, favorendo una medicina centrata sul paziente”.
Gli ERN svolgono un’attività di riferimento per i pazienti: si tratta di un network internazionale, dove un paziente con malattia rara può trovare un elenco dei centri di riferimento che trattano quella patologia, per trovare facilmente un punto di riferimento. Gli ERN mettono inoltre a disposizione un’apposita piattaforma informatica che consente di discutere i casi clinici con i colleghi europei e fare teleconsulti su casi clinici rari, condividendo pareri con i maggiori esperti a livello internazionale. Ma nell’ambito ERN ci sono tante altre attività, in primis quelle inerenti alla ricerca.
“Stiamo per avviare un registro internazionale – annuncia il prof. Sacco – nel quale verranno inseriti tutti i pazienti con patologie urogenitali rare e complesse, allo scopo di svolgere studi multicentrici fondamentali nell’ambito di queste malattie. A questo va aggiunta l’attività educazionale, con organizzazione di webinar, possibilità di effettuare programmi di scambio all’interno del network, che consentano a specializzandi o giovani medici di fare dei periodi di training presso un centro all’estero. Sono a disposizione anche dei finanziamenti per studi clinici, messi a disposizione dalla Comunità Europea”.