Roma, 13 gennaio 2017 – “La notizia dei LEA in prossima uscita in Gazzetta Ufficiale presenta luci ed ombre: luci perché l’aggiornamento lo aspettavamo da circa 15 anni ormai e perché introduce prestazioni indispensabili e innovative come la procreazione medicalmente assistita, riconosce alcune patologie croniche e rare e quindi esenzioni per le persone che ne sono affette, aumenta l’offerta di vaccini e aggiorna il nomenclatore di protesi e ausili. Ma sono presenti purtroppo anche alcune misure con cui i cittadini faranno i conti. Dall’aumento dei ticket a loro carico (almeno 18,1 milioni di euro in più per le stesse prestazioni che hanno oggi), alla riduzione del numero di visite ed esami in esenzione per alcune patologie croniche, ad esempio per l’ipertensione, al mancato riconoscimento ancora di alcune patologie. E ancora si cancellano dalla lista LEA dispositivi erogati finora, come plantari e calzature ortopediche, perché si prescrivono troppo e non perché siano inutili. Ci preoccupa l’accettazione e giustificazione per legge delle differenze regionali, come nel caso dei cibi aproteici per chi soffre di nefropatia cronica per i quali ci saranno limiti e modalità di erogazione fissati dalle Regioni. Infine sulle prestazioni socio-sanitarie le misure sono ancora troppo vaghe anche per gli effetti sui costi che dovranno sostenere le famiglie”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
“Peraltro questi LEA saranno rivisti a marzo e da quel momento in poi ogni anno ci sarà un depennamento e inserimento di nuove prestazioni. Ma tutto questo sarà fatto senza che le organizzazioni civiche, che hanno il polso della situazione reale di cosa accade ogni giorno sul territorio e di ciò che serve e che non viene garantito, possano verificare e contribuire a ridurre distanze tra decisioni e realtà. Infatti tra la lista di prestazioni contenuta nei LEA e ciò che arriva in realtà ai cittadini, la forbice è ampia e rischia di esserlo ancor di più se non si lavora al monitoraggio effettivo e all’intervento. Vigileremo sugli effetti e continueremo a lavorare affinché le organizzazioni civiche siano, insieme a tutti gli altri interlocutori, nella commissione nazionale LEA, visto che in questo luogo si assumono scelte che impattano fortemente sulla vita e sui diritti dei cittadini”.
fonte: ufficio stampa