Trieste, 19 luglio 2024 – Non vedeva da 20 anni in seguito a un intervento chirurgico nell’occhio destro e a una grave patologia nell’occhio sinistro e ha finalmente deciso di sottoporsi a un intervento chirurgico con la speranza di poter rivedere ancora i propri cari. E così è stato grazie a un difficile intervento eseguito dal prof. Daniele Tognetto, Direttore della Clinica Oculistica di ASUGI – Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina all’Ospedale Maggiore di Trieste, ritenuto particolarmente a rischio per le critiche condizioni dell’occhio e per la concomitante età avanzata della paziente.
La signora Alice ha 87 anni e perse l’occhio destro in giovane età in seguito a una grave infezione che portò alla perdita completa del bulbo oculare, sostituito poi da una protesi. Da molti anni era affetta da una severa forma di cataratta, in uno stato così avanzato da rendere anche l’occhio sinistro praticamente cieco, consentendole di intravvedere a malapena la luce. Per questo motivo, era costretta a muoversi con estrema difficoltà sempre sotto la tutela di un accompagnatore che la guidava.
L’intervento di cataratta, pur non essendo banale, viene oggi eseguito con grande frequenza ed è abitualmente seguito da ottimi risultati, con una procedura standardizzata che prevede l’utilizzo di gocce anestetiche. Tuttavia una certa parte dei casi presenta difficoltà di vario grado, che devono essere affrontate da chirurghi esperti utilizzando tecnologie avanzate.
“In questo caso – sottolinea Daniele Tognetto, che è anche Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università di Trieste e Presidente della Società Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva – l’intervento è stato effettuato con molti anni di ritardo per il timore che la signora Alice aveva di poter perdere anche l’unico occhio vedente. L’eccessiva attesa ha tuttavia determinato la trasformazione della cataratta in una forma in cui il cristallino assume una colorazione nera impenetrabile e una marcata mobilità. Per questo motivo il rischio di complicanze era molto elevato e si sono resi necessari particolari accorgimenti tecnici per condurre a termine l’intervento con successo”.
“L’operazione eseguita in anestesia locale – spiega con molta soddisfazione il prof. Tognetto – è stata particolarmente impegnativa poiché ha richiesto l’adozione di tecnologie avanzate per essere portata a termine. Tuttavia i nostri sforzi sono stati ricompensati dalla gioia della signora Alice che, una volta sbendata, ha finalmente potuto rivedere dopo tanti anni il volto della figlia e ha conosciuto quello dei nipoti che non aveva mai visto. La sua grande emozione è stata trasmessa a tutta l’equipe della Clinica Oculistica che ha condiviso con la signora un momento di grande commozione”.