Roma, 25 marzo 2019 – Il ciclone Idai non ha solo devastato il Mozambico, ma si è abbattuto anche su Zimbabwe e Malawi. Anche in questi due paesi i team di MSF sono in azione per raggiungere le comunità colpite e finora rimaste isolate. Qui gli aiuti arrivano a piedi o in barca, perché le strade sono state completamente spazzate via o sono ancora inondate.
Zimbabwe: raggiunte comunità rimaste isolate per giorni
In Zimbabwe un’équipe di MSF è riuscita a entrare nel distretto di Chimanimani, per giorni rimasto isolato, dove il ciclone ha provocato 154 morti, 162 feriti e circa 5.000 sfollati. I danni in quest’area sono massivi, molte strade sono state spazzate via per chilometri, diversi ponti sono crollati e l’unico modo per raggiungere alcune comunità è a piedi. In alcune aree l’acqua ha portato via intere case, negozi e fattorie. Molte famiglie non hanno più di che vivere né medicine. Gli acquedotti sono stati distrutti e l’acqua potabile è un problema.
Due équipe mobili di MSF stanno cercando di raggiungere tutte le 20 strutture sanitarie del distretto per valutare le loro condizioni e distribuire medicine alle cliniche e agli operatori sanitari comunitari. Camminano tra i 3 e i 12 chilometri ogni giorno, su percorsi impervi e fangosi, per assistere comunità che vengono raggiunte ora per la prima volta.
Al momento un’équipe di MSF, insieme a un’infermiera del Ministero della salute, ha raggiunto la clinica di Nyahode e la comunità mineraria di Charleswood, portando farmaci essenziali, beni di prima necessità e tavolette per la potabilizzazione dell’acqua.
MSF continua a fornire consultazioni e materiali sanitari nel centro di stabilizzazione allestito alla periferia di Chimanimani, mentre un’équipe fissa lavora con lo staff del Ministero della Salute all’esterno dell’ospedale di Chimanimani.
Al momento i bisogni principali nell’area sono trattamenti traumatologici, forniture di antiretrovirali per pazienti HIV, cure per malattie croniche. Ma devono essere considerate anche le conseguenze a lungo termine: l’interruzione delle vaccinazioni di routine e dei trattamenti per HIV, tubercolosi e malattie croniche, l’esaurimento delle scorte di farmaci, la carenza di detergenti e cloro.
Malawi: distrutto il 50 percento dei raccolti
In Malawi le forti piogge sono iniziate il 3 marzo, dando avvio al sistema meteorologico che si è trasformato nel ciclone Idai. Le inondazioni hanno colpito la maggior parte del distretto di Nsanje, nel Malawi del sud, con circa 16.000 famiglie colpite secondo i dati ufficiali.
Le piogge ora sono in gran parte cessate e l’accesso alle aree colpite sta migliorando, ma alcune di esse sono ancora sott’acqua o isolate, con limitata possibilità di comunicazioni telefoniche. Le difficoltà di accesso rendono difficile avere un quadro chiaro dei bisogni.
Un enorme numero di case è crollato. Migliaia di persone si trovano in campi sfollati e ripari di fortuna come scuole e chiese, e servirà un enorme sforzo di ricostruzione nelle prossime settimane. Ci sono stati pesanti danni ai raccolti e agli allevamenti. Si stima che circa il 50 percento dei raccolti potrebbe essere andata distrutta.
In Malawi MSF sta lavorando con le autorità locali, il dipartimento di Gestione dei Disastri, altre organizzazioni locali e internazionali. Un’équipe MSF di 18 persone sta supportando il Ministero della Salute per assistere circa 18.000 persone a Makhanga, sulla riva orientale del fiume Shire, con forniture di materiali medicali, igienici e di prima necessità, portati via barca. La preoccupazione è in particolare per le persone con malattie croniche, compresi pazienti in cura per HIV e tubercolosi.
Al momento non si registrano malattie trasmesse dall’acqua, ma la preoccupazione resta alta. Team mobili hanno visitato le comunità per pulire e riparare i pozzi, testare la qualità dell’acqua, costruire latrine e docce, distribuire materiali di prima necessità e kit igienici, formando le comunità sulle buone pratiche per l’igiene e l’utilizzo dell’acqua.
MSF ha distribuito kit igienici, che includono secchi, tazze, sapone, a oltre 2.000 famiglie a Makhanga. Data la preoccupazione che possa svilupparsi il colera, MSF costruirà un’unità di base per il trattamento del colera con 4 posti letto.