Le lesioni cutanee croniche, come ulcere, ferite difficili, piaghe da decubito e da piede diabetico, interessano in Italia oltre 2 milioni di persone, soprattutto anziani, incidendo sui costi della sanità pubblica per circa 1 miliardo all’anno. Secondo le stime degli esperti, questo problema rappresenta un’epidemia nascosta e nei prossimi 5 anni aumenterà al ritmo dell’8% su base annua, a seguito dell’invecchiamento della popolazione
Milano, 8 maggio 2023 – Nei semi del grano si cela un prezioso “alleato” contro le ferite, anche quelle più difficili. È infatti all’interno di queste minuscole “pepite d’oro” che si trova un composto in grado di favorire la rigenerazione di lesioni gravi alla pelle, lasciando esiti cicatriziali quasi invisibili e meno vulnerabili al sole, rispetto a chi non ha ricevuto lo stesso trattamento. A dimostrarlo è uno studio italiano, in corso di pubblicazione sulla rivista The Plastic, Reconstructive & Regenerative Surgery (PRSS) Journal condotto dall’ l’Unità di Chirurgia plastica dell’Ospedale di Cattinara (Trieste) e dall’Università Federico II di Napoli.
I risultati dimostrano che l’estratto del grano, in combinazione con poliesanide, un potente antisettico, è in grado di mobilitare fin da subito, già nella fase dell’infiammazione, i fibroblasti, cellule deputate alla rigenerazione e centro vitale della pelle, poiché da esse dipendono molte caratteristiche soprattutto per l’aspetto estetico, lasciando cicatrici minime, elastiche, poco dolorose e riducendo il rischio di infezioni e i tempi di attesa per l’esposizione solare.
La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione patologica o traumatica e ripristinare la funzione di barriera della pelle. In caso di ferita la pelle mette in atto un processo dinamico di autoriparazione che si divide in più fasi. Nella prima c’è il coagulo: l’obiettivo dell’organismo è di chiudere la ferita il prima possibile ed evitare che il sangue esca e i microbi entrino. Nella seconda fase il tessuto connettivo inizia a riformarsi e vengono prodotte le nuove fibre di collagene ed elastina, ma il tessuto cicatriziale non è identico a quello che rimpiazza, anzi è più scarso, più sensibile ai raggi UV e di colore diverso rispetto al tessuto circostante. Infine, c’è un’ultima fase in cui la cicatrice impiega mesi per rimodellarsi e stabilizzarsi.
“Il trattamento basato sull’estratto acquoso del Triticum Vulgare, ottenuto dal germe di frumento, grazie alla sua particolare consistenza e composizione (amidi, fosfolipidi, glicolipidi), è in grado di creare un film sulla ferita utile ad evitare la perdita di liquidi e, al contempo ad attirare, proprio come una calamita, fin da subito, cioè già nella fase di infiammazione, le cellule fibroblastiche responsabili del processo di cicatrizzazione – spiega Giovanni Papa, presidente dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee (AIUC), direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica dell’Ospedale di Cattinara e primo autore dello studio – Ciò consente un avvicinamento dei bordi alla ferita fino a chiuderla del tutto, in modo più rapido e completo, facendo ‘vedere meno’ la cicatrice e rendendola pronta ad essere esposta al sole in tempi più brevi, con minori rischi di sviluppare antiestetiche macchie scure o cicatrici ipertrofiche. Inoltre, grazie all’aggiunta di poliesanide, un potente antisettico, il trattamento è in grado di contrastare il rischio di infezione, con risparmio dell’uso di antibiotico e altri farmaci”.
Lo studio è stato condotto su 61 pazienti, dai 25 agli 89 anni, seguiti per tre mesi da settembre a dicembre 2022, con ferite causate da traumi, lesioni post-operatorie o ulcere croniche, a cui è stato necessario applicare un innesto di cute parziale prelevata dalla loro stessa coscia. L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata sulla ferita del sito di prelievo. I pazienti sono stati quindi suddivisi in due gruppi: 32 hanno ricevuto medicazioni con applicazioni di garze impregnate di estratto acquoso l’estratto acquoso del grano, mentre 28 hanno ricevuto un trattamento a base di acido ialuronico. Il tempo medio di guarigione di tutti i pazienti è stato di 21 giorni, ma sono state riscontrate differenze significative sugli esiti del processo di cicatrizzazione.
“Le cicatrici che si sono formate in seguito al trattamento con l’estratto del grano erano quasi invisibili: la pelle si presentava liscia ed elastica, molto simile alla cute circostante – sottolinea Papa – Inoltre, le cicatrici sono risultate meno dolorose e pruriginose per i pazienti. Tali risultati su ferite così difficili e complicate sono così sorprendenti che ci spingono a ipotizzare che il trattamento possa essere utilizzato anche in ferite da trauma e collegate a patologie pregresse, in modo da prevenire addirittura l’insorgenza stessa di cicatrici evidenti”.
L’attenzione dei ricercatori alla cura delle ferite è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, in concomitanza con l’aumento dell’incidenza di queste lesioni strettamente legata all’invecchiamento della popolazione. “Si stima che nel nostro paese siano oltre 2 milioni gli italiani che subiscono lesioni cutanee croniche, come ulcere vascolari, piaghe da decubito, lesioni da piede diabetico, a cui si aggiungono anche le lesioni cutanee derivate da traumi, ustioni o come effetti secondari di interventi chirurgici”, spiega Papa.
“Queste lesioni cutanee sono molto spesso dolorose e anche pericolose per il rischio d’insorgenza di infezioni. In alcuni casi possono essere addirittura invalidanti, in quanto richiedono cure costanti e prolungate nel tempo che possono influire sullo svolgimento delle normali attività quotidiane. Avere dunque un trattamento efficace come l’estratto acquoso del grano potrebbe contribuire in modo significativo a un problema che già oggi rappresenta un’epidemia nascosta e che, in futuro, potrebbe raggiungere le dimensioni di una vera e propria emergenza di sanità pubblica. Secondo recenti stime infatti si calcola che nei prossimi 5 anni il numero delle lesioni aumenterà al ritmo dell’8% all’anno a seguito dell’invecchiamento della popolazione, con costi che incidono sulla sanità pubblica per quasi 1 miliardo di euro annui”, conclude Papa.
Consigli degli esperti AIUC per proteggere le cicatrici dal sole
- La ferita non va mai esposta al sole fino alla completa guarigione e alla scomparsa di fenomeni infiammatori, per evitare il rischio di macchie e cicatrici ipertrofiche.
- Quando la cicatrice è pronta a essere esposta al sole, detergerla in modo accurato spalmando una crema solare con fattore di protezione + 50, almeno 20 minuti prima, e riapplicarla anche a seguito del bagno.
- Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde, indicativamente dalle 11 alle 16.
- Riapplicare la crema solare a intervalli di tempo tanto più frequenti quanto più la cicatrice è ‘fresca’, in media ogni 2 ore.
- Dopo l’esposizione solare è importante idratare la cute e ristrutturarla con prodotti elasticizzanti.