Arezzo, 14 settembre 2018 – Non solo gli aretini scelgono la Chirurgia Vascolare di Arezzo, utenti da tutta la Toscana fanno registrare un aumento degli interventi. Interventi che negli anni hanno visto molti cambiamenti, sia in termini di modalità esecuzione che nella scelta di materiali, parte da qui la necessità di un confronto tra professionisti. Confronto che si svolge oggi in un Congresso all’ospedale San Donato.
Arrivano a quota 700 gli interventi annuali effettuati dalla chirurgia Vascolare. Nei casi di stenosi (restringimenti) e delle occlusioni delle arterie, in genere degli arti inferiori, che possono portare a problemi circolatori importanti fino all’amputazione, viene utilizzata la tecnica endovascolare, senza incisioni chirurgiche.
L’ aumento del numero degli interventi endovascolari è dovuto sia al maggior afflusso di pazienti da fuori provincia che scelgono la Chirurgia Vascolare di Arezzo e sia al sensibile aumento delle malattie cardiovascolari. La patologia aneurismatica ad esempio, tipica dei pazienti ultrasettantenni con una situazione cardiaca, respiratoria e metabolica compromessa, trattata con l’intervento tradizionale potrebbe determinare possibili complicanze.
Leonardo Ercolini, 51 anni, da poco più di un anno direttore del reparto di Chirurgia vascolare del San Donato, è l’organizzatore scientifico del Congresso di oggi con i migliori professionisti di tutta la Toscana: chirurghi vascolari, cardiologi e radiologi interventisti.
“Il 50% degli interventi- spiega Leonardo Ercolini – viene eseguita con questa tecnica, per la quale ci avvaliamo anche della collaborazione di cardiologi e radiologi interventisti. Il materiale utilizzato è in continua evoluzione e lo sviluppo tecnologico è parte integrante del successo di queste procedure e dei buoni risultati immediati a distanza. La scelta dei materiali con costi diversi, necessita di un confronto con tutti i professionisti che operano nel campo, l’obiettivo è il miglior risultato atteso per la salute dei nostri pazienti”.
La tecnica endovascolare riduce il tempo di degenza e di convalescenza, richiede nella maggior parte dei casi l’anestesia locale o loco regionale, con una più veloce ripresa delle normali funzioni e una dimissione tempestiva.