Milano, 18 febbraio 2022 – Riuscito l’intervento di trapianto di cellule staminali per Alessandro Baricco a cui era stata diagnosticata la leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative ed è una malattia caratterizzata dall’aumento di monociti, una specifica popolazione di globuli bianchi. In Italia colpisce circa 2 persone ogni 100.000, si stimano ogni anno circa 650 nuovi casi tra gli uomini e 500 tra le donne.
Grazie alla compatibilità con la sorella è stato possibile effettuare un trapianto di cellule staminali, un utilizzo autologo dedicato che comporta innumerevoli vantaggi prevenendo da un famigliare. Il trapianto di cellule staminali è l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi è di difficile attuazione per le difficoltà nel trovare donatori compatibili.
La ricerca del donatore avviene in primo luogo all’interno della famiglia, ma – secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute – solo il 25% dei pazienti dispone di un donatore compatibile in ambito familiare (generalmente un fratello o una sorella).
In merito al grado di compatibilità, fattore fondamentale in caso di trapianto, è importante evidenziare, che questo indicatore tra fratelli si aggira intorno al 70% – 80% e va man mano a diminuire in base al grado di parentela, e l’evidenza scientifica ci dice che è possibile utilizzare il campione di cellule staminali per i parenti fino al II grado.
“Per la creazione di una rete nazionale con numeri rilevanti di campioni crioconservati – spiega Luana Piroli direttore generale e della raccolta di In Scientia Fides – riteniamo che sia ormai indispensabile un confronto a livello governativo per parlare del “modello ibrido” già in vigore in Inghilterra e Germania con innumerevoli vantaggi. Il settore risulta ad oggi non regolamentato ed è evidente la necessità di aumentare i campioni a disposizione come evidenziato dallo stesso aumento delle unità distribuite dalle Banche italiane che è passato da 1.742 a 1.775”.
“È fondamentale la salvaguardia del cittadino con la messa in sicurezza di un patrimonio biologico molto importante attuabile grazie ad una collaborazione pubblico privato. Vanno rivisti piani e vanno adottate tutte quelle logiche di sicurezza dettate dallo stesso PNRR”, conclude Piroli