Roma, 17 giugno 2021 – “La pubblicazione di due giorni fa dell’ultimo Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, riferiti all’anno 2019, a cura Ministero della Salute conferma che le scelte, compiute da vari governi, in questi ultimi anni, hanno depauperato la nostra sanità”, così Pina Onotri Segretario Generale del SMI commenta i dati dell’Ufficio di Statistica del Ministero della Salute.
“Facendo un confronto con gli anni precedenti, come riportato da vari giornali del settore, negli ultimi 10 anni tra pubblico e privato sono stati tagliati circa 43.000 posti letto. Il personale sanitario del SSN pubblico in 10 anni ha registrato 4.200 unità in meno e nello specifico 5.000 medici in meno (erano 107.000 circa nel 2010, nel 2019 sono scesi a 102.000). I medici di famiglia dai 45.000 circa che erano nel 2010 sono diventati 42.000 nel 2019 (-3.000). In diminuzione anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) che dai 12.00 che erano nel 2010 sono diventati 11.500 circa nel 2019. Questo scenario conferma la necessità di misure strutturali, sia per incrementare il numero dei medici e dei dirigenti ospedalieri sia per quanto riguarda la medicina generale convenzionata”.
“Lo stiamo sostenendo in tutte le sedi da tempo: le criticità emerse dalla pandemia, richiedono politiche innovative, di formazione, d’investimenti per nuovi parametri salariali per medici e i dirigenti sanitari, del SSN e per i medici convenzionati. Queste scelte servono, anche, per una riduzione drastica delle liste di attesa che sono il vero vulnus per la salute di tutti gli italiani”.
“Per questo siamo convinti e sosteniamo l’apertura di una nuova stagione di assunzioni per il SSN. Le risorse e le competenze umane, lo abbiamo visto nel corso della pandemia, devono essere implementate allo stesso modo delle infrastrutture edilizie, tecnologiche e digitali e sicuramente valorizzate. Si pone in questo ambito, quindi, la necessità di riformulare il rapporto tra Stato e regioni perché i concorsi sono banditi dalle regioni che molto spesso affrontano in modo difforme la carenza di professionisti medici nei SSR”.
“La carenza di medici, come emerge dall’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, investe, in particolare, il ruolo chiave del medico di famiglia e dell’area convenzionata; al dato già preoccupante dell’Annuario si aggiunge il fatto che nei prossimi 5-8 anni migliaia di medici di famiglia andranno in pensione”.
“Per queste ragioni, è quanto mai urgente che il Governo adotti tutte le iniziative per la realizzazione della scuola di specializzazione in Medicina generale – cure primarie e medicina di comunità, per permettere a tanti giovani medici di avviarsi alla professione”.
“La pandemia da Covid-19 ha dimostrato, inoltre, quanto sia importante la rete territoriale di medicina convenzionata che ricomprende oltre che la medicina di famiglia, anche la continuità assistenziale, il 118, la medicina dei servizi. Quest’ultima, soprattutto, andrebbe implementata e sviluppata”.
“Siamo convinti, conclude Onotri, che si debbano ricostruire le condizioni affinché si rinsaldi il patto di solidarietà tra medici e cittadini a partire da un aumento delle retribuzioni per tutti i medici che lavorano nel sistema pubblico, per scongiurare l’emigrazione verso l’estero e valorizzare le varie professionalità; prevedere nuove tutele per chi lavora nell’area della medicina generale e pari opportunità per i medici donna. Questi obiettivi sono per il Sindacato Medici Italiani SMI le scelte obbligate nella prossima fase per il rilancio della nostra sanità. Se il Governo c’è, batti un colpo!”.